Akonia: tecnologia olografica per la realtà aumentata

Akonia Holographics è una startup americana, con sede in Colorado, che ha speso molti anni nel tentativo di far funzionare dispositivi olografici per l’ archiviazione dei dati. La compagnia sta ora cercando di utilizzare lo stesso tipo di tecnologia per produrre display trasparenti da inserire negli smartglass per la realtà aumentata. La stima degli investimenti e dei guadagni in tale settore nei prossimi tre anni è vicina ai 90 miliardi di dollari, questo sembra essere uno dei principali fattori che ha spinto Ken Anderson, CEO di Akonia, ad inserire la sua compagnia in questo genere di mercato. Nonostante la grande concorrenza di Microsoft, che sta producendo i suoi HoloLens AR, Anderson mira ad affermarsi come fornitore, sviluppando  i design ed i primi prototipi per i display olografici per smartglass. La tecnologia utilizzata viene definita HoloMirror e l’azienda afferma che sembra essere la soluzione migliore per lo sviluppo dei display e per combinare la corretta visione del mondo esterno con lo schermo di un computer. Gli schermi prodotti sono di tipo volumetrico e quindi garantiscono una percezione tridimensionale dell’ologramma, oltre che una riproduzione di alta qualità. L’unico limite sembra essere il campo visivo che per ora rimane fisso a sessanta gradi.

I primi risultati della tecnologia di Akonia
I primi risultati della tecnologia di Akonia

Anderson, inoltre, ha potuto spiegare  che i polimeri olografici che utilizzano sono stati perfezionati per oltre vent’anni, rendendo in grado Akonia di produrre display ad alte prestazioni per un sistema di smartglass senza eccedere sia nelle dimensioni delle lenti che nel prezzo del prodotto finale. La riproduzione tridimensionale di un ologramma pare ancora un obiettivo lontano, mentre la manipolazione della luce alla base di questa tecnologia sembra essere perfetta per gli smartglass, dato che resta del tutto invisibile. Ciò che rende unica Akonia rispetto a tutte le altre aziende che sviluppano tecnologie simili, come Sony o Lumus, è il tipo di approccio. L’azienda americana sfrutta infatti fotopolimeri ad alte prestazioni assieme all’esperienza nel combinare una moltitudine di ologrammi in un solo strato per aumentare il controllo sulla qualità dell’immagine. I risultati parlano chiaro per un prodotto che ha meno di due anni di sviluppo. La speranza di Akonia è quello di brevettare i propri prodotti per poter rientrare degli oltre cento milioni di dollari spesi nelle tecnologie olografiche negli ultimi vent’anni. La nostra speranza è quella di veder realizzato il sogno, ereditato dall’infanzia, di vedere un ologramma tridimensionale. Non ci resta che capire se questa sia la corretta direzione di sviluppo per la realtà aumentata ed in generale per la realtà virtuale.

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