Si, ci siamo divertiti molto a giocare Batman Arkham VR sul dispositivo per la realtà virtuale di Sony, così come ci siamo caricati di adrenalina con The Climb per Oculus Rift e sbizzarriti con The Lab su HTC Vive (non odiatemi se non ho preso il vostro preferito, questi sono solo alcuni dei giochi d’alto livello per questi HMD VR). Molto altro sappiamo che arriverà, tra porting di titoli tripla-A e annunci d’alto calibro, ma la domanda sorge spontanea: dov’è la killer application? Perché sebbene molti dei titoli usciti in commercio abbiano ricevuto voti elevati dalle testate giornalistiche (compresi noi), è pur vero che nessuno di questi ha davvero creato l’obbligo per l’utente medio di acquistare uno dei tre caschi. E’ normale, gli investimenti sono quelli che sono, creare un gioco oramai costa davvero milioni, pensate farlo per una tecnologia con un livello di aggiornamento esponenziale: anche se un’azienda sviluppasse il gioco del secolo, chi ne fruirebbe? La possibilità di rientro, purtroppo, è davvero bassa.
Siamo di fronte ad un’impasse: o le aziende di sviluppo trovano un modo per creare contenuti che non sono delle semplici tech demo, oppure le compagnie produttrici di visori VR dovranno inventarsi un sistema (sia esso marketing o comunicazione, è indifferente) per permettere all’utente medio di accaparrarsene uno. Ma se qualcosa del genere è accettabile da colossi come Oculus, non è comprensibile come Valve e Sony non abbiano ancora permesso di sviluppare titoli d’alto livello. Certo, Robinson: The Journey è un viaggio indimenticabile, ma Crytek nel suo titolo non ha osato più di tanto, rendendo il gioco, alla lunga, una semplice esplorazione mozzafiato. Il problema di fondo è che il 2016, effettivamente, è stato l’anno della VR: peccato lo sia stato solo dal lato hardware, mentre nella parte software, onestamente, non ha portato risultati eccelsi. Fortunatamente possiamo sperare in questo 2017, l’anno che potrebbe essere ricordato come quello dei Videogiochi VR. Beh, speriamo…