Alice VR: la Recensione di VR Gamer

La storia di Alice nel Paese delle Meraviglie ha sempre avuto un fascino non indifferente. L’opera di Lewiss Caroll è stata rivisitata in praticamente tutte le chiavi possibili, passando per cartoni animati, film e naturalmente videogiochi. Poteva mancare un adattamento anche per la realtà virtuale? Certo che no! Tuttavia gli sviluppatori di Carbon Studio hanno pensato bene di non creare una versione fedele all’originale, ma di prendere solo l’ispirazione per realizzare un titolo che ha indubbiamente richiami, citazioni e personaggi del libro, ma che mantiene comunque una propria anima indipendente. Vediamo quindi cosa ci aspetta in Alice VR… sempre se avete uno stomaco abbastanza forte.

Normalmente quando si parla di Alice nel Paese delle Meraviglie la prima immagine che viene in mente è quella del cartone animato Disney… bene, potete anche togliervela dalla testa. Alice VR ha un’ambientazione sci-fi futuristica, e la nostra protagonista è un’avventuriera spaziale in missione su un pianeta alieno. Un malfunzionamento dell’astronave costringe tuttavia ad un atterraggio di emergenza, e Alice viene risvegliata dal suo sonno criogenico mediante l’Intelligenza Artificiale del mezzo. Per proseguire il viaggio e lasciare il pianeta dovremo esplorarne la superficie alla ricerca di grafene, ovvero il carburante necessario per riavviare i motori. Naturalmente la situazione si rivela molto più complicata del previsto, e durante la nostra avventura dovremo scoprire il mistero del corpo celeste e il destino di tutti i suoi abitanti che sembrano scomparsi nel nulla. Questo è solo l’incipit degli eventi e non voglio in alcun modo anticiparvi altro, anche perché uno dei punti di forza di Alice VR è la libertà di scelta delle nostre azioni che possono modificare il corso degli eventi e il finale del gioco, per cui la mia partita potrebbe essere radicalmente diversa dalla vostra.

Alice VR ha un’ambientazione sci-fi futuristica, e la nostra protagonista è un’avventuriera spaziale in missione su un pianeta alieno

Ma in cosa consiste il gameplay di Alice VR? Potremmo far rientrare il titolo nella categoria dei walking simulator, infatti, nonostante l’ambientazione fantascientifica, non ci sono combattimenti spaziali o altro, ma dovremo usare molto la logica: il nostro obiettivo sarà quello di esplorare in lungo e in largo il pianeta e risolvere i numerosi puzzle ambientali e rompicapo necessari per proseguire. Nei primi minuti di gioco in cui dobbiamo esplorare la navicella spaziale ci vengono introdotte diverse tipologie di enigmi che ritroveremo nel corso dell’avventura, come ad esempio far combaciare alcuni pezzi di ingranaggi e macchinari e guidare piccoli robot lungo una piattaforma, ma anche alcuni che riprendono l’opera originale: Alice nel libro poteva rimpicciolirsi o ingrandirsi bevendo alcune sostanze, e con lo stesso principio la nostra protagonista può cambiare le sue dimensioni per riuscire a passare in luoghi angusti come condotti dell’aria, per superare gli ostacoli sul cammino.

Scoprire dove sono finiti tutti gli abitanti è uno dei misteri da risolvere.
Scoprire dove sono finiti tutti gli abitanti è uno dei misteri da risolvere.

Ho trovato gli enigmi piuttosto intriganti e mai troppo difficili, anche se alcuni hanno richiesto parecchio ingegno e qualche tentativo prima di essere risolti… ad eccezione di una certa tipologia. In diverse sezioni (specialmente nelle fasi finali del gioco) dovremo superare delle stanze in cui la gravità non segue le normali leggi della fisica, e ci ritroveremo a camminare su pareti, soffitti e piani inclinati, con conseguenze purtroppo disastrose per il nostro stomaco. Il problema principale che affligge Alice VR, infatti, è purtroppo la motion sickness, e in maniera anche piuttosto pesante. Personalmente sono ormai abituato alla realtà virtuale da anni, ho iniziato con il primo Dev Kit di Oculus passando per il DK2 e il CV1 oltre a PlayStation VR, e di giochi ne ho provati a decine anche tra i più movimentati. Ho sviluppato quindi una certa resistenza superiore a chi ancora non è abituato a questa tecnologia, eppure Alice VR è riuscito a sconfiggermi. Ogni 20/30 minuti ero costretto a rimuovere il visore e prendermi lunghe pause per smaltire il senso di nausea, che, se nelle normali sezioni è comunque presente ma in maniera più leggera durante gli enigmi, nelle stanze con la gravità diventava semplicemente insopportabile.

Il problema principale che affligge Alice VR infatti è purtroppo la motion sickness, e in maniera anche piuttosto pesante

Gli sviluppatori avevano affermato più volte di aver studiato diversi metodi per limitare il motion sickness, ma la loro soluzione è stata eliminare il salto, rendere il movimento estremamente lento e impostare la direzione direttamente con lo sguardo. In questo modo si evita il problema dovuto al contrasto di informazioni che il cervello riceve quando si sposta la visuale con la levetta ma la nostra testa rimane ferma, ed effettivamente giocando così non si avverte minimamente la nausea, ma avrete altri problemi non meno gravi. Tralasciando l’esasperante lentezza di movimento (dopo pochi minuti imposterete sicuramente una velocità maggiore per non morire di noia) il vero problema è girarsi, infatti o giocate in piedi o se siete seduti quando vi troverete a dover girare a 360° e vi impiccherete con il cavo di Oculus attorcigliato attorno al collo e alla sedia sarete comunque costretti a passare alle normali levette analogiche… e alla nausea che ne deriva, creando quindi un circolo infinito da cui non si può uscire. E’ anche vero tuttavia che la sensibilità alla motion sickness è molto soggettiva, per cui non metto in dubbio che qualcuno magari non ne risenta minimamente, ma personalmente questo ha rovinato non poco la mia esperienza.

Per muoverci sul pianeta abbiamo a disposizione un comodo mezzo di trasporto
Per muoverci sul pianeta abbiamo a disposizione un comodo mezzo di trasporto

E’ stato un vero peccato, perché se non fosse per la motion sickness Alice VR sarebbe un gioco veramente interessante. Ho particolarmente apprezzato come gli sviluppatori abbiano ripreso personaggi e situazioni dall’opera originali riadattandole ad un contesto sci-fi futuristico (lo Stregatto robotico è bellissimo!), così come le sezioni oniriche. Alice nel Paese delle Meraviglie in fondo è famoso per il suo essere psichedelico e allucinogeno, e questa sensazione è sempre presente anche nel gioco in diversi punti: spesso la nostra protagonista viene investita da una misteriosa nube gassosa verde che altera le percezioni, creando scenari piuttosto particolari… come ad esempio squali che nuotano nel cielo. Inoltre Alice VR vanta un comparto tecnico notevole, e l’Unreal Engine 4 viene sfruttato a dovere per creare modelli e ambientazioni ricchi di dettagli e un colpo d’occhio generale piuttosto realistico. Peccato solo per la mancata localizzazione in italiano, per cui se avete problemi con l’inglese valutate bene prima dell’acquisto. Se si prosegue spediti verso gli obiettivi principali potete arrivare ai titoli di coda in circa 6 ore, ma la struttura semi-open world e numerosi obiettivi opzionali possono allungare di molto l’esperienza, inoltre come già accennato è possibile rigiocare in modo differente sbloccando altri finali.

Se non fosse per la motion sickness Alice VR sarebbe un gioco veramente interessante, capace di vantare un comparto tecnico notevole e dai richiami spesso geniali

In conclusione Alice VR è un titolo piuttosto valido e interessante, ma che viene enormemente penalizzato dai problemi legati alla motion sickness. Se pensate di avere uno stomaco abbastanza forte o siete consapevoli che dovrete fare numerose pause, vi consiglio di dargli comunque una possibilità, poiché l’ambientazione, gli enigmi e i rimandi all’opera di Caroll rendono il gioco intrigante, ma se invece ancora non siete abituati alla VR o avete già avuto episodi di nausea frequente purtroppo l’esperienza potrebbe non essere piacevole.

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