I genitori possono conoscere in anticipo i loro bambini grazie a modelli 3D in VR

Che la realtà virtuale potesse rivelarsi, se impiegata nel modo giusto, una risorsa importante in diversi campi, anche nell’ambito della scienza e dell’arte, è già cosa ampiamente nota. Partiamo da un assunto fondamentale: il senso di immersione di cui si può beneficiare visualizzando qualsiasi cosa da questa prospettiva è impressionante. La realtà virtuale è in grado di mettersi al servizio praticamente di chiunque: non importa di chi si parli, importa il come l’approccio ad una determinata professione e il suo esercizio quotidiano possano cambiare, grazie a possibilità di sperimentazione ed analisi praticamente sconfinate. Nel campo della medicina, un team di ricercatori brasiliani sta sperimentando la possibilità di far conoscere in anticipo alle coppie di genitori i loro figli, quando ancora si trovano nell’utero della madre, realizzando scansioni tridimensionali dei feti. Fin qui nulla di strano, se non fosse che il software è stato fin dall’inizio (e con grande lungimiranza, dobbiamo dire) pensato per essere accoppiato ad un visore, e i risultati sono davvero sorprendenti. E poi diciamocelo, chi non vorrebbe avere quanto prima la possibilità di avere il proprio bambino davanti agli occhi?


I risultati raggiunti sono francamente notevoli!
I risultati raggiunti sono francamente notevoli!

In questo caso, ovviamente il merito non è tutto della realtà virtuale, ma semplicemente grazie ad essa si riesce a raggiungere un notevole livello di immersione, e si può concedere un po’ di intimità familiare ai genitori prima che l’atteso nascituro venga al mondo. Nel dettaglio, il modo in cui questa tecnologia funziona è piuttosto semplice: viene eseguita una scansione grazie agli ultrasuoni e all’MRI, e successivamente i dati raccolti vengono convertiti in un dettagliato modello 3D del bambino, con tanto di cordone ombelicale, placenta ed utero. Il tutto, poi, può essere esaminato indossando un Oculus Rift: tramite il visore, i neo-papà e mamme possono ascoltare il delicato battito del cuore del piccolo, e possono osservarlo da diverse angolazioni muovendo la testa. Ma non è tutto: questa tecnologia può essere usata anche per determinare se ci sono problemi durante la gravidanza, e i medici hanno perfino la possibilità di controllare l’apparato respiratorio e altri organi interni del feto. Uno dei ricercatori si è detto entusiasta delle possibilità che la realtà virtuale può offrire, e fermamente convinto delle potenzialità del progetto nell’ambito della neonatologia. La ricerca verrà mostrata pubblicamente presso la Radiological Society of Noth America nel corso della prossima settimana.

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