[GameRome 2016] Intervista a Markus Tessmann di InnoGames

La prima edizione di GameRome, evento dedicato alla promozione del media videoludico in Italia con un occhio particolare ai suoi aspetti più socio-culturali, sta ricevendo un buon feedback da parte del pubblico. Oltre ad una piccola sezione dedicata agli indie nostrani, vero cuore della manifestazione e da cui lo sviluppo di videogiochi in Italia deve assolutamente partire per costruirsi un futuro importante nei prossimi anni, noi di VR Gamer abbiamo avuto il piacere di incontrare anche alcuni developer di livello internazionale, come i tedeschi InnoGames, che abbiamo intervistato insieme ai nostri colleghi di VMAG. La compagnia con sede ad Amburgo, fondata nel 2003, si è sempre concentrata sui browser game e sui giochi mobile. I secondi, in particolare, possono sposarsi molto bene con la VR, e per questo ci è sembrato ovvio rivolgere a Markus Tessmann, uno dei componenti dello studio presenti come ospiti all’evento, alcune domande sulla realtà virtuale. Sentite cosa ci ha detto!

INNOGAMES
Lo studio di Amburgo al gran completo!

Che ne pensi della della VR? Ritieni che in futuro possiate lavorare in questo settore, magari realizzando nuove esperienze?

Nonostante la mia la mia barba grigia, mi sento molto eccitato nei confronti della virtual reality sul mobile; so che molta gente è particolarmente attratta dall’Oculus o dal Vive, e altrettante persone sono pronte a spendere centinaia di euro per la realtà virtuale, ma nelle nostre tasche ci sono gli smartphone e, quando torno a casa alla fine della giornata, mi siedo, avvio Unity e mediante il plug in dello smartphone inizio a costruire titoli VR con il Google Cardbord. Quindi si, sono particolarmente attratto dalla VR.

Ritieni che creare il character design, ideare personaggi in generale, per i titoli VR sia differente rispetto a quello dei classici mobile games?

Si ma non del tutto, in quanto ovviamente, tramite la virtual reality, i titoli graficamente sfruttano le tre dimensioni e per questo devono rispettare determinate proporzioni presenti soltanto in queste tipologie di produzioni; però non credo che le fondamenta della progettazione dei personaggi cambi poi di molto.

Uno degli ultimi lavori di InnoGames è stato Forge of Empires, un RTS. Non esattamente qualcosa che si può abbinare alla VR: se vorranno dedicarvisi, i ragazzi tedeschi dovranno completamente cambiare rotta.
Uno degli ultimi lavori di InnoGames è stato Forge of Empires, un RTS. Non esattamente qualcosa che si può abbinare alla VR: se vorranno dedicarvisi, i developer tedeschi dovranno completamente cambiare rotta.

Un’altra software house, insomma, si aggiunge alla lista dei curiosi virtuali, quelle case di sviluppo che negli ultimi tempi hanno cominciato ad interessarsi alla VR. Visto il nascente entusiasmo, siamo sicuri che nei prossimi mesi ed anni li vedremo annunciare qualche nuovo progetto: la realtà virtuale ha bisogno (anche) di gente come loro, magari non così esperta nel campo, ma con tanta voglia di entrarvi e cominciare a sperimentare. Chiacchierando con loro abbiamo paragonato, scherzando, i vari stadi evolutivi dello sviluppo in VR ai diversi combustibili utilizzati dall’uomo nella sua storia: sempre più efficaci, sempre meno dispendiosi. E voi che dite, in quale epoca ci troviamo ora?