Questa settimana passata è stata, in ambito videoludico, a dir poco esplosiva: trailer di giochi molto attesi, VR da parte di Microsoft, e una nuova e fiammante console (la vecchia NX) da parte della grande N, ovvero Nintendo Switch. Abbiamo anche parlato di come tutti i fan della VR siano rimasti delusi (abituati a sentir parlare della famosa Nintendo Difference). Se non sapete di cosa parlo, vi basti pensare ad una console di nuova generazione (sembra), che però oltre a funzionare in un classico schermo di casa, può essere estratta e portata in giro. Non sarà di certo una console portatile, ma è un ibrido tra le classiche home console e le handheld. Ma in tutto ciò, niente realtà virtuale ahimé. Oppure no? In una recente intervista, il presidente Nintendo Tatsumi Kimishima, dopo aver ricevuto una domanda relativa ad una possibile VR di Nintendo, ha risposto:
Se la domanda riguarda un possibile interesse futuro verso la VR, non possiamo negarlo ne confermarlo. Di certo, dobbiamo considerarlo però. Dipenderà dalle specifiche di sistema. Non possiamo dire di non essere interessati in quanto offre nuovi modi di giocare, ma tutto dipende dal software utilizzato. Di solito si capisce se il gioco funzioni o no in VR dopo averlo provato, e i nostri giochi spesso sono molto lunghi.
Non è un No secco, ne tantomento un Sì accertato: è un limbo, e per uscirne avranno bisogno di capire come utilizzare al meglio la realtà virtuale. D’altronde, parliamo della casa che ha creato il Virtual Boy, segno che la loro visione progressista già puntava ad un’immersione nel videogioco. Il punto focale e fondamentale, comunque, rimane la potenza di Nintendo Switch: la console di Microsoft, la futura Scorpio, è nata con l’idea di permettere al 100% un’esperienza VR d’alto livello, e avrà le specifiche adatte; la Switch, invece, ancora non ha fatto trapelare nessuna informazione del genere, e salvo qualche miracolo tecnologico, tanta potenza in quelle piccole dimensioni non è impossibile da fare, ma è costoso da creare.