Keep Talking and Nobody Explodes: la Recensione di VR Gamer

Lo sappiamo: tutti quanti vorremmo impersonare, all’interno del nostro dispositivo VR, un soldato medievale che combatte orde di nemici con la sua spada insanguinata, oppure avere un MMORPG totalmente immersivo (qualcuno ha detto .hack o Sword Art Online?). Eppure siamo agli arbori di questa tecnologia, e come pionieri, dobbiamo esplorare ogni tipologia di gioco, perché fidatevi, spesso le cose più belle si nascondono in piena vista. E questo è il caso di Keep Talking and Nobody Explodes, un titolo che nella sua semplicità risulta innovativo e divertente: perfetto? Certo che no, ma scopriamo perché!

Quello che vi troverete davanti, provando questo gioco, sarà un puzzle game abbastanza lineare nei suoi metodi: bombe, composte da moduli, dovranno essere disinnescate entro un certo limite di tempo. Ogni modulo avrà la sua soluzione, in base naturalmente agli elementi presenti sulla bomba. Nulla di eccezionale, direte voi: ma allora, qual’è la parte che lo rende divertente e innovativo? Ebbene, le istruzioni non saranno a vostra portata di mano, ma a quelle di un vostro amico che, con un manuale davanti ai propri occhi (sia esso stampato o digitale), vi indirizzerà su quale filo tagliare. Naturalmente il gameplay sarà più elaborato del classico filo rosso filo blu, ma fidatevi se vi dico che tutte quelle migliaia di scene viste nei film non reggono il confronto ansiogeno con il trovarvi a 10 secondi dall’esplosione e una scelta da compiere che non grava solo sulle vostre spalle, ma che richiede un atto di fiducia verso il proprio compagno.

Ebbene, le istruzioni non saranno a vostra portata di mano, ma a quella di un vostro amico

Parlando dei vari enigmi, come già ho spiegato, non vi aspettate di arrivare subito alla soluzione: alcuni moduli, infatti, terranno conto di quanti errori avete fatto (e vi sottolineo che al terzo errore, ka-boom), di quante batterie ha la bomba, di che codice seriale porta sul dorso. Insomma, intelligenza e scaltrezza sono le parole chiave di questo titolo. Keep Talking and Nobody Explodes, da come appunto afferma il nome, richiede che ci sia un dialogo costante e funzionale tra giocatore immerso nella VR e giocatore con il manuale di disinnesco: forse nei primi momenti riuscirete a mantenere una tranquillità generale, ma quando i moduli diventeranno 12, il tempo a disposizione inizierà a scorrere più velocemente a causa dei vostri errori e il vostro co-pilota andrà in panico, non ditemi di non avervi avvisato.

Meno di cinque minuti: fidatevi di me, sono un ingegnere!

Di certo grafica e sonoro del gioco riescono a farvi capire, sin dalla prima bomba, che Keep Talking and Nobody Explodes non punta al realismo, ma cerca di rendere il tutto un po’ più scherzoso del normale: un punto di forza che ha questa versione (che invece la versione non-VR non ha) è proprio l’effetto esplosivo. Quando farete il terzo errore, infatti, un suono di esplosione avvolgerà le vostre orecchie e la schermata diverrà completamente nera: lo so, alla fine è un videogioco, ma fidatevi se vi dico che un minimo di suggestione la mette. Ma come tutti i titoli di questa neonata tecnologia, non è esente da imperfezioni: poco più di una dozzina saranno i differenti moduli, e anche se diventeranno sempre più difficili, dopo un po’ inizieranno ad essere ripetitivi, lasciando il divertimento solo alla collaborazione tra giocatori. Un’altra grave mancanza sono i controlli: se in versione non-VR vi trovate ad usare mouse e tastiera, quello che vi aspettereste dalla realtà virtuale sono dei comandi manuali (magari con il Move), corretto? Invece no, un DualShock 4 sarà necessario, e non muoverete nulla se non l’analogico e il tasto X. Caratteristica sicuramente ben pensata e funzionale, inoltre, è che la bomba da disinnescare viene vista soltanto da colui che indossa il visore, in modo tale che l’addetto al manuale non abbia modo di barare ed avere vita semplificata. In termini di Motion Sickness, se riuscite a provare nausea in questo titolo, forse avete il terrore delle esplosioni, oppure la realtà virtuale non fa per voi: stando completamente fermi su di una sedia, con un tavolino di fronte e la totale mancanza di movimento obbligatorio, i disturbi non saranno praticamente presenti, rendendo l’esperienza abbastanza leggera da essere vissuta con divertimento.

In termini di Motion Sickness, se riuscite a provare nausea in questo titolo, forse avete il terrore delle esplosioni, oppure la realtà virtuale non fa per voi

La premessa porta a questa conclusione: non abbiamo davanti a noi il gioco tripla A studiato a tavolino con tutto ciò che il pubblico chiede. Non troveremo boss stratosferici o draghi sputafuoco che ci spareranno fiamme in faccia. Avremo soltanto una bomba, un pad e un collega (che il 99% delle volte vi darà indicazioni sbagliate). Se a voi questo sembra nulla, a me sembra invece la ricetta del party game perfetto: la mancanza di questo genere (ormai relegato sulla vecchia Wii), sta per essere soppiantata dalla realtà virtuale, mezzo che a detta di molti isolerà la gente nel gioco, ma che invece, per chi è abbastanza lungimirante, porterà un nuovo livello di interazione, basta guardare Keep Talking and Nobody Explodes. Di certo potevano lavorarci un po’ nell’ambito controlli, ma diamo tempo al tempo, e le esperienze VR riusciranno a stupirci ancora più di quanto lo fanno adesso, e sono sicuro che ci troveremo davanti qualcosa di… esplosivo!

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