Siete stanchi: una giornata di lavoro distruttiva vi ha fatto dannare l’anima, avete il cervello in panne, le gambe a pezzi e, dopo una lauta cena, volete solo giocare. Avete il vostro PlayStation VR nuovo e blu fiammante, pronto ad essere avviato. La libreria giochi è li, che vi aspetta con esperienze innovative. Siete pronti. Pronti a giocare a Job Simulator, titolo che vi permetterà di simulare ben 4 lavori ordinari, ovvero chef, cassiere, impiegato e meccanico. Si, lo so, ora pensate di stare a leggere un qualcosa di assurdo, ma effettivamente questo titolo VR, uscito prima su HTC Vive, ha i suoi lati positivi, il suo divertimento e fidatevi, è un’esperienza che va provata. Con un volo generale sopra ai dettagli tecnici, il gioco utilizza pochi poligoni, pochi colori molto vivaci e uno stile molto cartoonesco (utile sia per rappresentare al meglio il titolo che per sfruttare la potenza di PSVR). Con un doppiaggio basilare e una ricostruzione degli oggetti in modo molto leggero e quasi stilizzato, riesce comunque a dare quell’intuitività che, in titoli del genere, ne decretano il successo o la disfatta. Nel gioco vi troverete nel futuro, precisamente in un museo, dove ben quattro cartucce e un dispositivo per la realtà virtuale vi permetteranno di ricostruire usi e costumi di 4 professioni molto antiche.

I punti di forza di Job Simulator, studiati a puntino dai Game Designer per rendere l’esperienza avvincente (anche se, effettivamente, state servendo un toast), sono la parodia generale e l’utilizzo della memoria muscolare. Nel primo caso, essendo una ricostruzione fatta nel futuro di professioni passate (e mostrata da robot), vi capiterà di vedere cose assurde, come insetti (dall’inglese bug) che in realtà sono dei microchip, oppure la creazione di un trancio di pizza (che, si sa, è formata da un impasto di farina, pomodoro e mozzarella) con una fetta di pane, pomodori frullati e una forma di formaggio intera. Ma il secondo punto di forza, fondamentale nella riuscita del gioco, è quello che più vi stupirà: se vi dicessi adesso, in questo momento, mentre avete il vostro smartphone in mano o uno schermo davanti agli occhi, di mimare i movimenti che fareste per preparare un panino, ci riuscireste? Vista l’abitudine più o meno elevata nel farlo, si, e questo grazie alla memoria muscolare che, a forza di ripetere le cose, permette al corpo di ricordarle inconsciamente. Bene, Job Simulator vi farà fare ogni singolo movimento nel più naturale dei modi, e proprio il fatto che di questo non ve ne accorgerete affatto, sta a determinare quanto gli sviluppatori abbiano davvero studiato a puntino ogni singolo dettaglio.

Job Simulator riesce comunque a dare quell’intuitività che, in titoli del genere, ne decretano il successo o la disfatta

Durante il gioco vi arriveranno delle comande (che sia un piatto da cucinare o una macchina da riparare), che verranno poi mostrate su uno schermo che, per facilitarvi, vi indicherà gli step da seguire. Una voce di sottofondo vi illustrerà i famosi usi e costumi del 21° secolo (con tanto di parodia), mentre voi continuerete a seguire gli step che vi troverete davanti per completare gli obiettivi. Ed ecco che, per magia, vi troverete ad aver trascorso due ore in compagnia di questo titolo tanto buffo quanto divertente. Sottolineo le due ore in quanto, dopo aver proseguito nello stesso lavoro per un po’ di tempo, ed aver provato la modalità libera del gioco, il lato competitivo e di sfida si andrà a perdere, lasciandovi con un senso di mancanza. Questa sensazione è palesemente dovuta al gameplay che, dopo un po’, diventerà ripetitivo e stancante. Ma vi sfido a cucinare per 3 ore cose simili tra loro, si stancherebbe chiunque, quindi più che una problematica di design, è analizzabile come una problematica di contenuto. Avere più lavori, modalità diverse e sfide avrebbe potuto migliorare questo gioco che, di suo, riesce comunque a strappare qualche sorriso.

In termini di Motion Sickness, grazie anche alle limitazioni negli spostamenti, non noterete nessun fastidio: dovrete però rimanere in piedi per giocare, e in alcuni casi muovervi dalla vostra zona, vista la distanza tra i vari oggetti. Alcuni disturbi leggeri si presenteranno solo nel sistema di comparsa e di scomparsa degli oggetti: se cadranno, infatti, potrebbero comparire nella zona di consegna (dove metterete ciò che va mandato ai tavoli o nella macchina), creandovi grattacapi non da poco.

Vi troverete ad aver trascorso due ore in compagnia di questo titolo tanto buffo quanto divertente

In conclusione, Job Simulator è una raccolta di 4 minigiochi che, con semplici regole, vi trasporteranno all’interno di una professione disegnata sul vostro visore rendendola divertente e scherzosa, e che vi permetterà tanto di dimostrare le vostre abilità quanto di capire cosa si prova nei panni di un lavoratore. Certo è che, togliendo il visore, la realtà ci riavvolgerà di nuovo, cacciandoci da quel lavoro, e di sicuro non sarà mai identico a ciò che significa lavorare sul serio, ma questo tipo di esperienze, uniche nel proprio genere, sono proprio la ciliegina sulla torta di un prodotto, la realtà virtuale, che permette di sperimentare nuove strade, o addirittura di trovare delle alternative a generi già esistenti. Ora scusate, ho otto macchine che aspettano di essere aggiustate da me; torno a mettere il visore!