Oculus Connect 3: approfondiamo alcuni keynote della conferenza

La terza edizione di Oculus Connect 3 è arrivata ed è passata, e, come una sorta di Natale anticipato, ha portato in dote agli appassionati della VR tante, interessantissime novità. Il keynote di apertura è stato introdotto da Mark Zuckerberg, anche quest’anno ospite d’onore di uno dei meeting annuali sulla realtà virtuale di maggior richiamo. Esponendo alcune importanti considerazioni generali, Zuckerberg ha lasciato intuire perché Facebook stia investendo così tanto nella realtà virtuale, spingendo in questo modo anche i più scettici a comprendere l’importanza di un settore in continua ascesa. Durante l’ultimo Connect ci attendevamo un Oculus Touch che facesse la parte del leone, ed effettivamente è stato così. Oculus, però, non si è affatto limitata a questo, sciorinando un mare di annunci e andando a toccare da vicino praticamente tutti i suoi prodotti hardware e software. Oggi, per una volta, vorremmo concentrarci non tanto sugli annunci di maggior richiamo, quanto sul mettere in risalto quegli aspetti che sono stati poco approfonditi, perché Oculus, nell’ottica di uno sviluppo a 360 gradi della VR, non li ha comunque dimenticati.

Oculus ha dimostrato di avere tutte le intenzioni di supportare programmi come VR for Good, nel quale si mette la realtà virtuale al servizio di eventi benefici.
Oculus ha dimostrato di avere tutte le intenzioni di supportare programmi come VR for Good, nel quale si mette la realtà virtuale al servizio di eventi benefici.
  • Oculus a sostegno delle minoranze e delle diversità culturali

Non tutti ne sono a conoscenza, ma Oculus è da diversi anni impegnata nel sostenere e promuovere le diversità culturali fra i popoli. Tra le numerose personalità legate all’azienda salite quest’anno sul palco era presente anche Ebony Peay Ramirez, Project Manager of Diversity, la quale ha annunciato che Oculus investirà ben 10 milioni di dollari in diversi programmi a sostegno della diversità e delle minoranze. Una parte del denaro servirà per supportare le iniziative benefiche di VR for Good, ma il resto sarà speso per creare altri progetti di sostegno, che includono la produzione di film, documentari ed esperienze interattive in VR.

  • VR Mobile: Dragon Front in open beta

Oculus ha riservato grande spazio alla VR mobile durante l’ultimo Connect; l’Associate Producer Ruth Bram si è occupato di mostrare i prossimi titoli che verranno rilasciati nell’Oculus Store. Tra essi, grande risalto è stato dato a Dragon Front, il popolare gioco di carte di High Voltage Software, che era finora rimasto in closed beta su Oculus Rift. Con il rilascio su Gear VR, la beta è diventata pubblica e scaricabile da tutti. Il titolo, tra l’altro, supporta il cross play, dunque gli utenti sui due visori potranno liberamente sfidarsi tra loro; al momento siamo ancora in attesa di conoscere la data di pubblicazione della versione finale.

  • Enorme successo per Gear VR

Forse lo si sapeva già, ma il Gear VR ha avuto un successo strabiliante. Sebbene il numero esatto di unità vendute non sia stato reso noto, l’Head of Mobile Max Cohen ha affermato che i possessori del visore mobile realizzato congiuntamente da Oculus insieme a Samsung sarebbero milioni. Un dato piuttosto approssimativo, che lascia però intuire la portata del fenomeno VR mobile presso i consumatori. Sull’Oculus Store sono presenti oltre 400 applicazioni, che prima della fine dell’anno si avvicineranno ad essere 500, sviluppate in 55 paesi differenti del mondo.

Il successo di Gear VR è stato incredibile: fa sempre bene rimarcarlo ogni tanto, no?
Il successo di Gear VR è stato incredibile: fa sempre bene rimarcarlo ogni tanto, no?
  • Gli sviluppatori di Left 4 Dead al lavoro sulla VR!

Turtle Rock Studios è conosciuta per aver ideato e sviluppato i due Left 4 Dead, in collaborazione con Valve, e il più recente Evolve, diventato free to play qualche tempo fa. Sorprendendo tutti, lo studio ha ora deciso di mettersi al lavoro su due videogiochi in VR. Il primo di essi, Face Your Fears, è un’esperienza horror il cui rilascio è previsto per il prossimo Halloween. L’altro, Other Worlds, è un titolo molto più riflessivo, ma non è stato mostrato allo show. Chissà che i due titoli a basso budget non possano essere il preludio di qualcosa di più grosso, realizzato sempre in VR?

  • Gear VR: supporto al live-streaming su Facebook

Sulla falsariga di quanto annunciato da Sony qualche giorno fa per il PlayStation VR, anche il Gear VR sembra voler puntare forte su funzioni social come lo streaming live dei propri titoli, supportando in questo caso Facebook. Molto presto, gli utenti potranno condividere le loro sessioni di gioco sul social network, interagendo direttamente con i propri amici, i quali potranno aggiungere reazioni e commenti. La VR avrà un ruolo importante nella community di streamer, e anche Oculus vuole essere in prima linea.

  • Parties e Rooms: le nuove app social di Oculus

Come abbiamo visto, Oculus sta puntando fortissimo su un utilizzo sempre più social e connesso della VR. A tal proposito la Product Manager of Platforms Lauren Vegter ha introdotto due nuove app, denominate Parties e Rooms. La prima permette ad un massimo di otto utenti, anche impegnati in app o videogiochi differenti, di connettersi tra loro in un canale di chat vocale, similmente a quanto accade, ad esempio, su PlayStation Network o su Xbox Live. In Rooms, invece, essi possono popolare uno spazio virtuale condiviso, nel quale conoscersi e rilassarsi.

Parties e Rooms sono solo la punta dell'iceberg di quel che Oculus ha in cantiere nei prossimi mesi per rendere la sua piattaforma virtuale sempre più social.
Parties e Rooms sono solo la punta dell’iceberg di quel che Oculus ha in cantiere nei prossimi mesi per rendere la sua piattaforma virtuale sempre più social.

Per quanto le maggiori bombe abbiano rubato l’attenzione di tutti durante la conferenza, quest’oggi abbiamo voluto concentrarci su quegli aspetti che, in mezzo a tanti annunci importanti, alcuni potrebbero definire secondari, ma che in realtà non lo sono affatto. Oculus ha dimostrato di avere una qualità non da poco: saper ritagliare il giusto spazio per tutti. Del resto, il senso dell’Oculus Connect (mai nome fu più azzeccato, lasciatecelo dire) è proprio questo: mostrarsi vicina ai propri utenti, e, senza trascurare nessuno, andare letteralmente a coprire ogni più piccolo spazio che possa in qualche modo distanziare l’azienda dal suo pubblico.

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