Se c’è una caratteristica che rende difficile mettere in discussione i principali visori attualmente in commercio, o in procinto di esserlo, questa è il loro design. Oculus Rift, HTC Vive, Playstation VR e quasi tutti gli altri headset di maggior richiamo possono infatti contare su forme piuttosto eleganti e sinuose, che mettono più o meno chiunque d’accordo. La VR, però, ha origini più ben più antiche della generazione attuale, e i primi esperimenti commerciali risalenti agli anni ’80, ’90 e ai primi 2000 non erano sempre così riusciti. Molti di essi erano disegnati e costruiti in maniera semplicemente terribile. Lo stesso non si può dire di quelli attuali, giusto? Sbagliato! Anche al giorno d’oggi continuano a vedere la luce dispositivi magari secondari, ma dal design comunque inguardabile! Qui di seguito, ripercorrendo la storia della realtà virtuale, vi mostriamo cinque esempi di visori che… beh, avrebbero potuto rimanere una semplice idea nella mente dei loro designer. Anche l’occhio vuole la sua parte, dopotutto!
- Virtual IO i-glasses – 1995
Quando fecero il loro debutto commerciale, questi occhiali rappresentavano quanto di meglio la realtà virtuale potesse offrire ai tempi. Una sorta di HTC Vive degli anni ’90, insomma, con una scheda tecnica invero piuttosto minimale. Chiunque indossasse questo singolare dispositivo poteva vedere un’immagine virtualizzata a circa 1,5 metri di distanza, ad una risoluzione di 640×480 pixel; vi lasciamo immaginare da soli la resa finale. Senza contare, poi, che mettersene uno indosso era assolutamente proibitivo nel caso aveste qualcuno intorno: probabilmente, l’aspetto da scienziato pazzo vi avrebbe trasformati istantaneamente nello zimbello di tutti.
- 3D HEAD
Questo headset (visibile nell’immagine di copertina, n.d.r.) è stato annunciato nel 2015, e credeteci se vi diciamo che basterebbe questa frase, da sola, a farvi proseguire nella lettura. In un’epoca dove la tecnologia, dopotutto, c’è, e consente di fare non troppe rinunce nella progettazione di un dispositivo, ecco che a rovinare tutto arrivano idee decisamente bislacche. Il cuore del 3D Head, infatti, è un tablet da 7 pollici incastonato nel dispositivo, con uno schermo 3D che non richiede l’uso di occhiali, in maniera simile al Nintendo 3DS. Il tablet poteva essere inserito in un enorme gamepad per essere usato come console portatile, oppure inserito nell’headset per godere di una comoda realtà virtuale in mobilità !
- NINTENDO VIRTUAL BOY
Non abbiamo citato Nintendo a caso: come si può fare una lista dei dispositivi VR peggio disegnati e progettati senza includere il Virtual Boy? Rilasciato il 16 agosto 1995, questo piccolo apparecchio fu condannato quasi subito dal pubblico. Il principale problema del Virtual Boy consisteva nel fatto che era assolutamente impossibile giocare per più di 20 minuti senza avvertire un forte senso di nausea, e cominciare a provare male agli occhi. Il fallimento di Nintendo rappresentò una fortissima battuta d’arresto per la VR, che si riprese soltanto dopo molti anni e tra enormi difficoltà tecniche.
- TOSHIBA BUBBLE HELMET
Torniamo in tempi più recenti, nel 2006, citando il Bubble Helmet di Toshiba. Questo headset aveva una forma decisamente particolare, e faceva somigliare il suo utilizzatore ad un alieno, un astronauta, o a uno dei Daft Punk. Non avendolo mai provato non sono in grado di riferirvi quanto fosse pesante, ma le sue gargantuesche dimensioni non depongono affatto bene in tal senso. Il suo schermo, spalmato sulla parte interna del casco, consentiva di avere un’esperienza virtuale a 360 gradi che funzionava anche benino, e l’headset poteva vantare addirittura alcune funzioni avanzate come il tracciamento della testa, ma il progetto fu accantonato ancor prima di vedere la luce su larga scala. Chissà perché.
- AirVR
Facciamo un altro salto temporale in avanti. L’ AirVR fu lanciato su Kickstarter nel 2014, e fu perfino finanziato da diversi sostenitori prima di sparire dalla circolazione. No, sul serio, guardatelo. Questo dispositivo consentiva di montare un iPad sulla propria faccia. Rivoluzionario, no? E dire che la compagnia che lo ha lanciato attualmente produce visori mobile più che discreti. Avranno probabilmente capito che la gente non aveva alcuna intenzione di mettersi a guardare un film in treno in quel modo.
I cinque dispositivi che vi abbiamo mostrato non erano poi così pessimi per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, anzi, tutti potevano contare su qualche buona idea. Il loro problema era la totale mancanza di ricercatezza nel design e soprattutto nella semplicità d’utilizzo, caratteristica vitale per la VR. Sembra incredibile sentirlo dire, ma, nonostante ciò, lo sviluppo della realtà virtuale si deve in parte anche a loro, quindi, almeno da questo punto di vista, non vanno dimenticati!
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