Microsoft, come del resto tantissime altre aziende, è già da qualche tempo al lavoro sulla realtà virtuale. Non ci riferiamo, però, al progetto Hololens, che è servito principalmente per costruirsi una solida base nel settore ed accumulare esperienza, sebbene la sua diffusione nel mondo consumer sia inevitabilmente destinata a rimanere limitata, a causa del suo prezzo elevato (per portarsene a casa uno occorrono ben 3000 dollari) e della sua visione della realtà aumentata, per certi versi geniale ma ancora estremamente prototipale. L’approccio che Microsoft ha deciso di adottare per il futuro è squisitamente pratico, e orientato alla commercializzazione di prodotti molto più concreti, anche a costo di avere una minore vena innovatrice. A dimostrazione di ciò, il colosso dell’informatica con sede a Redmond ha risposto a Google, che qualche mese fa aveva assunto Paul Debevec, esperto in reality capture, accogliendo tra le proprie fila nientemeno che Mark Bolas, un vero e proprio pioniere della realtà virtuale e mista.
Bolas è uno dei principali responsabili dell’incredibile ascesa della VR negli ultimi anni, avendo lavorato per diverso tempo insieme a Palmer Luckey attualmente a capo di Oculus, e avendo sviluppato, all’interno dei laboratori della University of Southern California, un progetto simile a Cardboard diversi anni prima che Google lo rendesse popolare. L’esperienza di Bolas in merito al design di visori VR si è ovviamente tradotta in una posizione importante all’interno dei laboratori di ricerca di Microsoft: egli, infatti, occupa la posizione di Partner Director of Program Management. Insomma, un ruolo decisionale di primaria importanza. Molto probabilmente, insomma, toccherà a lui decidere la visione dell’azienda riguardo la VR nei prossimi anni. Quasi sicuramente, l’assunzione di Bolas è arrivata per lavorare al misterioso headset per Xbox Scorpio, che, vista la potenza della macchina, almeno sulla carta, potrebbe tradursi in qualcosa di mai visto nel settore, per quanto riguarda le console. Bolas è noto anche per aver lavorato al progetto Wide5, un headset noto per l’ampiezza del suo campo visivo (ben 150 gradi) pur mantenendo un design compatto e portatile. Le sue notevoli conoscenze nel settore saranno sicuramente utili a Microsoft. Chissà cosa bolle in pentola negli uffici di Redmond? Noi ce lo chiediamo da diverso tempo, e voi?