La realtà virtuale sta affrontando un periodo sia fertile, comprovato da chi continua a finanziarne la tecnologia sta parlando con estrema positività del suo futuro, ma anche confusionario, a causa dalla sua stessa crescita, che non riesce tuttora a diffondersi verso una buona percentuale di persone. Ecco che, quindi, partono i dubbi di moltissimi individui: e se la VR finisse per rivelarsi un abbaglio e fallire come fece il 3D anni fa? Palmer Luckey, presidente di Oculus VR, dal canto suo ha sempre difeso la realtà virtuale, lodando anche gli utilizzi presenti e futuri del visore. L’ultimo sondaggio di Steam sulla VR ha, però, fatto sorgere ulteriori dubbi. Di tutti gli utenti su Steam, soltanto lo 0.18% possiede un HTC Vive, mentre lo 0.10% utilizza un Oculus Rift. Ad agosto la percentuale legata agli utilizzi di Vive è rimasta stabile, mentre per Rift è salita solo dello 0.1%.
Palmer Luckey ha risposto velocemente al sondaggio, pubblicando un post su Twitter che mette in dubbio la validità stessa dei dati:
Soltanto quella frazione di utenti che ha indossato e collegato il suo visore su Steam ha avuto la possibilità di prendere parte al sondaggio. Bisogna pensare al fatto che la maggior parte del mercato non l’ha nemmeno toccato.
Purtroppo, tanto Oculus VR quanto Valve si sono rifiutati di rivelare dati precisi sulle vendite dei loro visori, per cui è difficile anche capire quanti giocatori hanno effettivamente un visore. Parlando di vendite, però, Oculus VR si è anche ripromessa di non far fare la stessa fine dello sfortunato lancio di Rift all’imminente Touch , che venne duramente criticato nelle prime settimane per eccessivi ritardi sulle consegne. Quello che si riesce ad intuire dalle ultime vicende, è che la realtà virtuale sta affrontando un duro passaggio verso la sua età d’oro, la quale non arriverà finché non si tratterà con serietà e chiarezza la tecnologia. Voi cosa ne pensate? Come sempre, fateci sapere la vostra nei commenti!