BAFTA e VRPolis: le contrapposte realtà della VR

In questo periodo particolare stiamo assistendo ad uno dei momenti più fertili per la realtà virtuale, e su questo non si può discutere. Tra Oculus Rift, HTC Vive e PlayStation VR, questo 2016 potremmo descriverlo come una riconquista per la tecnologia, con intere conferenze che hanno voluto concentrarsi particolarmente sui visori. Tirando le somme, però, si sente una certa inesperienza nel settore da parte di chi dovrebbe gestire l’intero mercato. L’abbiamo notato con la distribuzione inaspettatamente fallace dei Rift CV1, e le conseguenti discussioni che si sono consumate animosamente nei social network. Insomma, la VR ha ancora parecchia strada da fare, e alcuni esempi odierni ci hanno portato ulteriormente a realizzare una triste realtà: ci troviamo davanti ad un mercato multimiliardario che traballa tuttora sulle sue fondamenta, e che deve uscire dalla sua fase sperimentale e teorica. Possiamo, però, basarci anche su altri fatti? Beh, proprio ieri sono uscite due notizie completamente diverse sulla VR in Inghilterra! Ironia? No, perché, se poste insieme, ci faranno osservare la situazione attuale e contrapposta della realtà virtuale. Andiamo a scoprire le vicende che hanno recentemente interessato VRPolis e BAFTA!

L'esempio di VRPolis porterà ad una partecipazione più vicina e attiva alla realtà virtuale?
L’esempio di VRPolis porterà ad una partecipazione più vicina e attiva alla realtà virtuale?

Partiamo da quello che possiamo considerare l’esempio positivo della giornata passata, uno che può aiutare a diffondere positivamente la realtà virtuale. La prima edizione del London Design Biennale durerà dal 7 al 27 settembre, e presenterà diverse interpretazioni di un dato tema, assegnato a 35 paesi diversi. L’esibizione girerà intorno al cosiddetto Utopia by Design, che vincolerà ogni partecipante alla realizzazione di un pensiero, spesso sognato da molte persone. Nonostante la costrizione al tema specifico, il caso dellla Spagna è risultato comunque particolare. VRPolis, questo il nome del progetto creato da Dímelo a mí Productions, offrirà una visione virtuale nel futuro della Cantabria, una comunità autonoma della Spagna. Per realizzare il modello, il gruppo ha filmato diverse località della regione a 360 gradi, catturando ogni singolo dettaglio della Cantabria. Il lavoro è poi passato a rendere il tutto futuristico e visionario. VRPolis si potrà provare attraverso un HTC Vive allo stand spagnolo per i visitatori del Somerset House, situato a Londra.

Roy Taylor si rivelerà il candidato più adatto per rappresentare il comitato consultivo della VR al BAFTA?
Roy Taylor si rivelerà il candidato più adatto per rappresentare il comitato consultivo della VR al BAFTA?

Qual è stato, invece, l’esempio negativo della giornata passata? Conoscerete tutti il BAFTA, noto per avere una grande risonanza mediatica con pubblico e critica. In questo caso è stata la stessa organizzazione britannica ad aver nominato un altro gruppo consultivo per la realtà virtuale. Fin qui nulla di strano, anzi! L’arrivo della VR in una competizione così nota ci può far capire che, dati alla mano, vi è un forte interesse nei suoi confronti. Il problema si è rivelato, piuttosto, quando è stato presentato il nome di Roy Taylor, funzionario di AMD, per presiedere il gruppo, ed è qui che il dramma si è fatto intricato. Secondo Katie Goode, sviluppatrice di Triangular Pixels, Roy non è che una persona assolutamente inadeguata per qualsiasi attività legata alla realtà virtuale:

Non so perché si siano messi a scegliere questa persona. Non ho mai incrociato Roy, né personalmente e nemmeno nella nostra community online dedicata alla VR e composta da più di 800 sviluppatori, e non ho visto nessun suo lavoro legato alla VR, mai. Non ho alcun disguido personale nei suoi confronti, ma un’istituzione britannica non dovrebbe decidere di creare un gruppo negli Stati Uniti quando vi è l’esperienza locale in Inghilterra.

L’argomento è stato preso con grande serietà, a tal punto da portare ad una petizione su Change.org. Per guidare un gruppo consultivo serve una persona che, quantomeno, deve risiedere in Europa, e portare una persona esterna e impreparata sul campo potrebbe fare più danni che altro, finendo anche per svilire il medium di fronte al pubblico.

Tra il GamerGate ed altri scandali, è stato soprattutto il videogioco ad aver affrontato gli stessi soprusi subiti, adesso, dalla realtà virtuale. Riuscirà la VR a trovare la sua via e a maturare definitivamente?
Tra il GamerGate ed altri scandali, è stato soprattutto il videogioco ad aver affrontato gli stessi soprusi subiti, adesso, dalla realtà virtuale. Riuscirà la VR a trovare la sua via e a maturare definitivamente?

Il punto, probabilmente, è un altro. Forse si è arrivati veramente ad una situazione nella quale i nuovi medium si possono inquadrare facilmente, ed è possibile che mi stia sbagliando a giudicare la VR e la sua comprensione dagli esterni ancora immatura, ma tuttora si riesce ad intravedere la stessa situazione all’interno del medium videoludico: spesso incompreso, svalutato e demonizzato da chi dovrebbe, invece, proteggerlo. La situazione del BAFTA è unica, in quanto si potrebbe trattare anche di un semplice errore di valutazione, ma questo non sarebbe accaduto se si fosse parlato, invece, di un medium più antico. Quanti scandali dovranno girare intorno alla realtà virtuale prima che venga finalmente ritenuta come un medium serio e degno di esistere, tanto quanto gli altri? La VR è finalmente uscita dal suo mercato di nicchia, e di questo possiamo ritenerci felici, ma vi ricordate quando è stato il videogioco a fare la stessa cosa? Pong in Occidente e Space Invaders in Oriente, entrambi usciti durante il 1970, a circa 20 anni di distanza dalle prime sperimentazioni legate al videogioco. La domanda definitiva è, quindi, una sola: riuscirà la VR a farsi accettare come medium a sé stante, a non cadere sotto il solito chiacchiericcio e a farsi valutare oggettivamente da chi, al momento, sceglie delle persone inadeguate per valorizzarla? A voi la parola!

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