I modi di utilizzare la VR oramai sembrano quasi infiniti; giorno dopo giorno vengono trovate una enorme quantità di nuove possibili applicazioni. In questo periodo è stato teorizzato che la realtà virtuale potrebbe aiutare le giurie a scegliere un verdetto molto più velocemente e accuratamente durante i processi. Come le immagini e le prove possono essere riorganizzate, riprodotte, e in generale utilizzate, la VR potrebbe essere in grado di riprodurre le scene del crimine digitalmente e con maggiore precisione. È ormai da qualche settimana che si parla della possibilità da parte delle giurie di poter camminare e dare un’occhiata in un mondo 3D perfettamente ricostruito e che permetta di far notare i dettagli principali della scena del crimine. Al contrario di qualsiasi ricostruzione video, questo nuovo metodo lascerebbe la possibilità ai componenti delle giurie di concentrarsi su ciò che li colpisce di più e sulle prove che secondo il loro parere possono essere più decisive e rilevanti. Ovviamente tutto ciò sarebbe possibile soltanto nel caso in cui il luogo del delitto venga analizzato virtualmente prima delle effettive analisi strumentali delle varie squadre di polizia specializzate nella raccolta di dati delle scene del crimine.
Tuttavia non è così facile riuscire a sviluppare questo nuovo metodo di analisi, infatti, perché questa idea si avvicini il più possibile alla realtà, bisognerebbe risolvere un problema: l’effettiva accessibilità dei display da indossare e trovare qualche hardware che sia in grado di riprodurre la ricostruzione. Ideale lontano? Si, ma non troppo forse; alcuni ragazzi della Durham University si sono proposti per sviluppare un dispositivo simile al rover Mars Curiosity della NASA, capace di catturare ed inviare sulla terra video a 360° che potrebbero essere visualizzati con i dispositivi più semplici ed economici come il Google Cardboard. Si dice che questo robot che si sta pensando di progettare potrebbe catturare le prove in diversi modi, quali: potrebbe registrare video in alta qualità a 360 gradi seguendo un percorso predisposto all’interno della scena del crimine, oppure il robot potrebbe essere controllato da altri dispositivi grazie ad una connessione bluetooth come tablet o smatphone, o ancora potrebbe analizzare il luogo del delitto con ultrasuoni e sensori infrarossi che permettano la ricostruzione su pellicola. Ovviamente, almeno per il momento, si tratta solo di speculazioni e notizie non confermate, ma il robot da realizzare potrebbe venire a costare molto meno di quanto ci si aspetti, ed in più si potrebbe utilizzare anche il nuovo Progetto Tango della Google per renderizzare immagini 3D in tempo reale. Qualsiasi sia la strada che si vorrà seguire, bisogna ammettere che di spazio per idee nuove e destinate al miglioramento della vita dell’uomo da parte della realtà virtuale ce n’è, eccome. Pensate davvero che questo nuovo modo di applicare la tecnologia VR potrebbe realmente aiutare una giuria per condannare o assolvere un potenziale assassino? Noi crediamo che di strada da fare ce n’è, e ce ne sarà, davvero tanta, ma niente è ancora scritto. Cosa ne pensate? Fateci sapere nei commenti.
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