Oculus sfodera una nuova arma: anche il Rift avrà un sistema di chaperone come quello del Vive

Una delle caratteristiche che rende unica la VR è la capacità di poterci muovere in prima persona dentro uno spazio virtuale, esplorabile sotto ogni angolazione e a 360 gradi. Il grado di immersione generato da ciò è in grado di rendere completamente superfluo (ma non negativo) la ricerca di mezzi atti a immergere l’utente nel gioco, quale una grafica realistica, ad esempio. La differenza fra lo stare fermi in piedi e il poterci spostare fisicamente rende le due esperienze estremamente diverse, ed è ormai sempre più certo che quest’ultima caratteristica diventerà obbligatorio in qualsiasi visore standard futuro. E’ giusto però salvaguardare la sicurezza del giocatore: avendo un visore in testa, non è possibile per lui rendersi conto di cosa ha intorno, e il rischio di farsi anche molto male è serio. Così Valve pensò bene di integrare un sistema di chaperone, che avrebbe fatto apparire una griglia virtuale nel caso il giocatore si avvicinasse pericolosamente ad una parete, un divano o un mobile in generale, e il sistema, fin’ora, ha funzionato, senza alcun dubbio, davvero alla grande.

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Questo è il tipo di incidenti che la tecnologia dello chaperone è in grado di evitare!

Ringraziamo quindi il signor chaperone che ci vuole tanto bene e si preoccupa che non ci facciamo del male. Con l’arrivo del Touch però, anche Oculus sente che è arrivato il momento di proteggere i suoi utenti, rivelando che anche loro sono al lavoro su uno chaperone. La scelta è tutt’altro che volontaria: se anche il Rift non avesse avuto un sistema ugualmente efficace per garantire l’incolumità delle persone, avrebbe certamente perso moltissimi punti all’atto di una valutazione fra quale dei due visori acquistare. Sembra che il sistema sia già in fase di test su uno dei prodotti di punta dell’Oculus, Dead & Buried. In un recente build, infatti, sembra che le minacce del mondo reale vengano rappresentate attraverso delle evidenti linee che circondano gli oggetti fisici, con una piccola chicca: le linee sono in realtà dei fili di spinati. Diciamo che questo è stato pensato solo per non snaturare l’ambientazione del gioco, ma allo stesso tempo, fa leva su una nozione che tutti noi abbiamo imparato, e cioè che il filo spinato è cattivo e non si tocca. Ciò fa anche sospettare che forse lo chaperone del Rift potrà anche essere personalizzabile dagli sviluppatori, ma è solo un’ipotesi. A prescindere da tutto, sia l’utente possessore di Touch o meno, lo chaperone tornerà utile anche per gli utenti che fin’ora hanno sempre giocato da seduti e che hanno avuto problemi, magari, con scrivanie e mobili vicino al proprio computer. Oculus ha quindi fatto la sua mossa: possibile che la prossima sia un sistema room scale del tutto simile a quello del Vive?

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