Il New York Times rappresenta una delle più rispettate e venerabili agenzie di stampa degli Stati Uniti. In oltre è anche una di quelle poche organizzazioni che, pur facendo parte di un gruppo alla vecchia scuola, preferisce dare la priorità, e dunque puntare, sul nuovo tipo di media che sta iniziando a sorgere. Per questo scopo il Times ha lanciato NYT VR, un’applicazione che viene continuamente riempita con contenuti a 360 gradi di ogni genere. NYT VR è apparsa per la prima volta sul radar di tutti quando rilasciò un immersivo documentario politico chiamato The Contenders, il quale ha posto lo spettatore al centro delle due campagne organizzate tra i due candidati, Bernie Sanders e Donald Trump, per la corsa al titolo di presidente degli Stati Uniti d’America. Oggi sull’applicazione creata dal Times è stata rilasciata un’esperienza che permette di osservare, come se ci si trovasse proprio al centro, le strutture e gli stadi olimpici costruiti appunto in vista delle Olimpiadi di Rio 2016, e non solo: l’esperienza ci porta anche all’interno degli stadi del passato più famosi di sempre. Modern Games, nome dell’esperienza a 360 gradi, è stata creata da Graham Roberts il quale ha spiegato in un’intervista quali fossero i suoi obbiettivi:
Il nostro obbiettivo in questa esperieza VR dedicata a NYT VR è quella di dare a tutti la chance di osservare al meglio alcune delle strutture più belle ed importanti al mondo ed è destinato a tutti coloro che non posso partecipare ai giochi olimpici di quest’anno. Siamo sempre pronti a produrre qualcosa che abbia un valore imprtante nel mondo della VR, ci sono varie ragioni se puntiamo ad utilizzare la realtà virtuale piuttosto che i comuni media in 2D.
Il cinematografo Evan Grothjan ha passato ben undici giorni in Brasile per raccogliere filmati e riprese, ed il tutto è stato fatto grazie all’incredibile nuova videocamera appartenente alla famosissima famiglia delle GoPro, la nuova arrivata Odyssey, composta da ben 16 Hero4 sincronizzate tra loro ed usata in modo molto selettivo e professionale al fine di mantenere un livello di qualità molto alto. Per migliorare ancor di più la qualità del video, all’impianto Odyssey è stato affiancato Jump, un software di compilazione per le riprese a 360 gradi che attraverso determinati algoritmi assembla tutte le immagini in una singola immagine sferica senza interruzioni. Secondo Grothjan, Odyssy e Jump rappresentano il binomio perfetto, e la miglior combinazione possibile per creare prodotti di qualità eccelsa:
Jump è meraviglioso, abbiamo usato diversi software per questo progetto, ma Jump è quello che ci ha dato i risultati migliori er le riprese 3D. Quando si filma a 360 gradi metà del lavoro è data dalla composizione e l’altra metà è assicurarsi che le videocamere non falliscano, Google Jump ha permesso che tutto questo accadesse, nel modo più semplice possibile. Il Brasile è un posto pericoloso? Si ma per ogni sessione di ripresa l’ambiente è solo un problema di preparazione. Se si è a disposizione di un buon fixer, ed una buona sicurezza, che sappia mantenere un buon comportamento senza agire come un pazzo va tutto alla grande.
Mentra Grothjan stava faticando in Brasile, Roberts stava realizzando un proggetto quanto meno innovativo negli Stati Uniti. Ha spiegato che utilizzando migliaia di vecchie foto negli archivi del Times è riuscito ad appiccicarle tutte insieme in modo da ricreare delle immagini a 360 gradi degli stadi olimpici storici fino ai giochi del 1896 di Atene:
Il nostro approccio per la rigenerazione degli stadi è stato unico. Abbiamo dovuto cercare nel nostro archivio fotografico ed assicurarci di avere abbastanza dati visivi per completare le ricostruzioni. Poi abbiamo dovuto rapportarci con le proiezioni, il mapping ed il processo di unione per completare le foto.
Il Times ha stretto una partnership con il famoso studio The Mill per completare tutto il processo e farsi aiutare su alcuni aspetti tecnici come il mapping e la proiezione. Ovviamente The Modern Games non sarà l’ultima esperienza VR disponibile su NYT VT, anzi, secondo Roberts, la compagnia sta già lavorando a nuove esperienze per portare gli spettatori al centro del caldo dell’Iraq, che verranno rese disponibili nella prossima settimana. Anche il mondo dell’informazione dunque inizia a muoversi verso il futuro, verso la realtà virtuale, siete curiosi di vedere lo stato dell’Iraq? Grazie a questi ragazzi potremmo probabilmente anche cambiare il modo di vedere i telegiornali o di ascoltare le notizie. Voi cosa ne pensate? Fateci sapere nei commenti.
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