Chissà quante volte abbiamo detto o semplicemente pensato che, da un punto di vista socio-economico e culturale, i paesi del nord Europa rappresentano per il resto del continente una sorta di idealizzata isola felice? Avere a che fare con temi che in particolare da noi farebbero strepitare sindacati ed associazioni dei più svariati tipi, per loro è assolutamente normale. In particolare quando si coinvolgono i bambini: in Norvegia, ad esempio, un programma scientifico per i più piccoli dà  loro in maniera simpatica ma anche molto verosimile un’infarinatura di educazione sessuale. Questo programma, visti i suoi contenuti non sufficientemente edulcorati per la nostra opinione pubblica, in Italia sarebbe stato probabilmente ritirato dopo due settimane. Chissà cosa penseranno le nostre associazioni genitoriali quando verranno a conoscenza di quanto sta accadendo in Svezia? Con il patrocinio della federazione nazionale di nuoto, infatti, nel più grande dei tre paesi scandinavi è stata lanciata un’iniziativa che consente ai bambini di superare la paura dell’acqua grazie alla realtà virtuale. La VR, insomma, ha trovato un altro, ennesimo, impiego. Funzionerà ? Chiediamolo direttamente a loro: la risposta è alla fine del video!
Indossando un Cardboard, i bambini possono avere una visione a 360 gradi di una piscina, nella quale vengono gentilmente invitati ad entrare da tre giovani istruttori, che poi altro non sono che nuotatori professionisti svedesi. Non è gestito in tempo reale, ma attraverso un breve film girato a 360 gradi di circa 3 minuti e mezzo, nel quale vengono effettuate brevi immersioni ed una nuotata sott’acqua, il tutto per mettere a proprio agio il bambino nel nuovo elemento nel quale si viene a trovare ed incoraggiarlo a replicare ciò che vede mentre indossa il visore. Non stiamo parlando di una soluzione alternativa per imparare a nuotare (e ci mancherebbe altro), quanto, semplicemente, di un modo per prendere contatto con l’acqua: una sorta di prima lezione di nuoto riprodotta grazie all’aiuto della realtà virtuale. Questa iniziativa è sicuramente lodevole e andrebbe appoggiata senza un minimo di esitazione, perché scongiura ogni pericolo reale in cui possono venire a trovarsi i bambini al loro primo incontro con l’acqua. In attesa dei primi riscontri pratici, c’è da augurarsi che venga esportata e supportata con convinzione anche in altri paesi… sperando di non dover mai vedere, tra qualche anno, mamme ritirare i propri pargoli dalla piscina comunale perché non impareranno mai a nuotare con quell’aggeggio. Touchè.
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