NeuroDigital ha mostrato il Gloveone durante l’E3

L’E3 di quest’anno ha certamente tenuto in considerazione quello che la realtร  virtuale diventerร  in futuro, e le sorprese non sono mancate:ย Kojima ha ufficialmente fatto il suo ritorno in scena, Sony ha annunciato la data di uscita del PSVR eย la Razer ha deciso di sfoderare gli artigli, ma questi sono solo alcuni dei grandiosi annunci fatti. Parlando ancora della Razer, durante la conferenza ha mostrato il suo OSVR in collaborazione con l’ultimo prototipo del Gloveone, il guanto aptico VR dellaย NeuroDigital. Nel 2015, il crowdfunding organizzato per raccogliere il denaro necessario per sviluppare questo guanto raggiunse con successo iย $150,000, e permise la creazione del primo prototipo. Al tempo, era fornito di alcuni piccoli congegni vibranti sulla punta delle dita che simulavano la sensazione di toccare qualcosa, ma ancora aveva bisogno di unย supporto esterno, come il Leap Motion, per poter avere un sistema di tracking funzionante.ย La seconda versione, invece, รจ assolutamente autosufficiente grazie ad un sistema integrato.ย Sfruttando IMU (Inertial Measurement Unit) disposti lungo ogni dito, sul braccio e sul torso dell’utente, il guanto รจ in grado di percepire non solo la posizione delle mani, ma anche movimenti complessi che includono braccia, gomiti e spalle, e sembra riuscirci in maniera eccellente.

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Il Gloveone ora sfrutta un hardware che lo rende autosufficiente e che lo libera dal bisogno di un sistema di tracking esterno.

Una volta indossato il visore ed esserci lanciati nellaย realtร  virtuale, il guanto permette di interagire con gli oggettiย pizzicando con le dita ma,ย contrariamente ad altri sistemi di controllo simili, che sfruttano il riconoscimento del gesto, Gloveone ha adottato una soluzione ben piรน efficiente, ovvero dei sensori tattili che, quando si toccano, inviano l’input al sistema. Probabilmente la vibrazione sulla punta delle dita non รจ il modo migliore per restituire all’utente un feedback al tocco poichรจ, normalmente, quando afferriamo un oggetto, difficilmente sentiremo la punta delle dita vibrare, anche se ci sforziamo per crederci molto. Tutto sommato รจ una sperimentazione piรน valida di un sistema di controlli che non restituisce alcun feedback. La latenza e la risposta ai movimenti, malgrado il sistema sfrutti l’IMU, sembrano essere piรน che funzionali, forse persino ai livelli di HTC Vive e Oculus Touch. Se da una parte abbiamo sviluppatori che puntano su controllerย piรน classici,ย a cui il pubblico รจ giร  abituato, dall’altra abbiamo chi invece รจ convinto che il futuro della realtร  virtuale risieda in un sistema naturale ed istintivo, facile… come usare le nostre mani.