La vita non è sempre facile, anzi: le difficoltà sono molte, le sfide sono ardue ma, per alcuni di noi, anche le cose più semplici, come una passeggiata fuori casa o cucinare, diventano piuttosto complicate, quasi pericolose. Per queste stesse persone può essere difficile accorgersi di quello che sta loro succedendo, e potrebbe esserlo ancora di più per coloro che le stanno attorno. I ricordi si fanno effimeri, le cose non sono più come si credevano, persino i volti delle persone care possono sembrare quelli di sconosciuti: questi sono solo alcuni dei sintomi della demenza. La Alzheimer’s Research UK, un’organizzazione inglese che lavora per combattere questa grave malattia mentale, dalla quale, attualmente, ben 850.000 persone in suolo inglese risultano afflitte, ha rilasciato gratuitamente A Walk Through Dementia, un’app VR disponibile per Google Cardboard. Questa esperienza in realtà virtuale ci permetterà di sperimentare in prima persona, entro i limiti del possibile, alcuni degli effetti derivanti dalla demenza attraverso tre scenari, realizzati mescolando alcuni elementi digitali con riprese a 360 gradi. In uno di essi ci ritroveremo a fare la spesa, in un altro faremo il tragitto verso casa e nell’ultimo prepareremo alcune tazze di tè. Facile, no? Se proverete quest’app potreste accorgervi che le cose sono molte più ostiche di quanto pensiate.
L’obiettivo di questa esperienza è quello di sensibilizzare la gente nei confronti della demenza: così come tante altre malattie mentali, che non mostrano segni fisici evidenti, può essere una vera e propria sfida riconoscere e persino interfacciarsi con i malati. Poter sperimentare tramite la realtà virtuale alcuni frammenti della loro vita quotidiana, può renderci più coscienti di significa soffrire di demenza. E’ possibile anche ammirare un video d’introduzione in cui compare Jon Snow (il giornalista britannico, non quello de Il Trono di Spade!) che ci spiega come funziona quest’app. Per quanto l’iniziativa sia assolutamente ammirevole e sicuramente di impatto, c’è da dire che forse si sarebbe potuto fare di più. Con uno strumento potente come la realtà virtuale, realizzare dei video a cui si assiste passivamente non crea quel tipo di immedesimazione che avrebbe potuto dare l’interattività : è facile distrarsi, la tentazione di guardarsi intorno è irresistibile, e alcuni dettagli significativi potrebbero quindi sfuggirci. Insomma, l’impressione è quelle di aver creato un’app per VR senza avere la reale consapevolezza del suo potenziale comunicativo, sia a livello intellettivo che emotivo. Ciò non toglie, ovviamente, nessun merito alla Alzheimer’s Research UK, se non altro per il suo contributo nel voler creare un sistema di sensibilizzazione potente attraverso la realtà virtuale. Forse, un giorno, saremo  in grado di metterci letteralmente nei panni di un’altra persona, sperimentare quella che è la loro vita, con tutti i loro problemi, e questo ci renderà più empatici, comprensivi e anche pazienti nei confronti del prossimo.
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