Le GPU Pascal renderizzano meglio in VR


La GTX 1080 e la 1070, le due GPU di fascia enthusiast della serie Pascal, svelate ufficialmente da NVIDIA ormai qualche giorno fa, sono la dimostrazione pratica della determinazione dell’azienda statunitense nel voler rimanere ancora il punto di riferimento del mercato delle schede video per PC. La nuova generazione si è fatta attendere a lungo, ma alla fine ha mantenuto le promesse: le schede finora annunciate, infatti, non sono un mero upgrade dei corrispettivi modelli della serie 900, come queste furono per le GeForce 700. Anzi, stando ai dati forniti dalla casa madre, i due piccoli mostri sono in grado di rivaleggiare con prodotti di fasce di mercato superiori. Le due schede non sono state sviluppate pensando soltanto alla potenza bruta, ma con un occhio di riguardo ai consumi, notevolmente contenuti, e alle possibilità di utilizzo, ottimizzando software ed architettura in funzione degli sviluppi futuri. Potranno, ad esempio, beneficiare della tecnologia SMP (Simultaneous Multi-Projection), che consente una più efficace renderizzazione degli ambienti in in rapporto alla potenza effettiva della scheda. Le GPU equipaggiate con la nuova architettura di NVIDIA saranno in grado di renderizzare fino a 16 punti di vista differenti servendosi di un solo passaggio, mentre in precedenza al cambio di prospettiva era necessario ri-renderizzare l’immagine. Questa tecnica è stata sviluppata in funzione di un utilizzo su larga scala nei videogiochi per realtà virtuale, per rendere più naturali i frequenti cambi di prospettiva nei titoli VR e fare in modo che tutti gli oggetti che si trovano nelle vicinanze del giocatore siano sempre perfettamente definiti.


La tecnologia SMP può essere impiegata nella VR per raggiungere quella che NVIDIA definisce Lens Matched Shading, ovvero una renderizzazione intelligente. Per comprendere meglio come funziona dobbiamo partire dal presupposto che visualizzando un’immagine attraverso le lenti di un visore, essa viene alterata per adattarsi alla forma del visore stesso, e quindi alcuni pixel vengono distorti o completamente eliminati.  L’obiettivo di questo tipo di rendering è quindi consentire alla scheda video di individuare quei pixel che l’occhio umano non percepisce come parte dell’immagine ed eliminarli dal computo finale, alleggerendo il carico sulla scheda. Per rendere il risultato ancora migliore, viene impiegata la tecnologia SMP, grazie alla quale è possibile approssimare con buona fedeltà fin dall’inizio l’immagine finale, che sarà distorta. Secondo NVIDIA, questa tecnologia consente alle schede di avere una produttività su VR fino al 50% superiore rispetto alle tecniche utilizzate in precedenza. Per beneficiare di queste feature, però, non basta utilizzare una scheda Pascal, ma è necessario che le applicazioni, di qualunque tipo esse siano, vengano sviluppate con l’SDK VR Works. Ben sapendo che la potenza è nulla senza controllo, NVIDIA sta riservando grande cura al software a corredo delle sue schede. Pascal sarà una generazione sempre più connessa alla realtà virtuale, anche grazie a VR Works Audio, Funhouse e Iray su VR, inoltre l’azienda è stata una delle prime ad intuirne il potenziale. Il pubblico saprà ripagarla degli investimenti fatti? Noi ci auguriamo di sì!

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