La realtà virtuale cambierà le nostre abitudini


Negli ultimi anni e decenni, la crescente popolarità della rete ha portato le persone a ragionare in maniera sempre più digitale. Se abbiamo bisogno di assistenza preferiamo un supporto online ad un negozio fisico, se vogliamo acquistare un prodotto ci rivolgiamo quasi esclusivamente ai colossi della distribuzione su web come Amazon. Insomma, in tutti quegli ambiti in cui qualcosa di reale possa essere degnamente sostituito da una controparte virtuale, abbiamo imparato a farlo senza troppi problemi, e a sfruttare la cosa a nostro vantaggio. Esempio banalissimo, il rimpiazzare una persona vera con un computer che fa le stesse cose al suo posto. Non è un mistero che la maggior comodità di un’azione virtuale abbia reso sempre più superfluo e dispendioso fare la stessa azione uscendo di casa in campo produttivo, ma anche sociale ed organizzativo. Insomma, in un lontano futuro saremo tutti in grado di gestire la nostra vita dal divano? Per molti è una logica conseguenza del trend di mercato attuale, ma c’è anche chi è convinto che da qui a qualche anno andremo incontro ad una netta inversione di tendenza. Tutto ciò grazie, guarda caso, alla VR. Secondo un recente report della Cass Business School, università di Londra che si occupa principalmente di economia e management imprenditoriale, la realtà virtuale potrebbe, in futuro, stravolgere in larga parte le abitudini degli utenti, portandoli a ragionare diversamente in diversi ambiti e di conseguenza aiutando l’intero mercato retail a riprendersi. L’analisi è stata portata avanti da un team di ricercatori provenienti principalmente dalla CBS di Londra, ma anche dalla Maastricht University e dalla Australian School of Business.


Realtà Virtuale
State tranquilli, fra qualche decennio saremo ancora in grado di uscire di casa e salutare i vicini! Magari non così, però.

Secondo gli analisti, infatti, l’irruzione della VR nel mercato potrebbe cambiare, almeno in parte, le abitudini dei consumatori, ri-orientandole in funzione del nuovo settore. Ko De Ruyter, Professor of Marketing presso la CBS, ha affermato che il motivo per cui questo potrebbe avvenire è in realtà piuttosto semplice: i visori rendono e renderanno possibile una sempre maggiore integrazione fra il virtuale e il reale, e per questa ragione non sarà possibile fare a meno di nessuna delle due realtà. In parole povere, più la VR penetrerà nel mercato e saranno sviluppate applicazioni pensate per migliorare la vita di tutti i giorni, più le possibilità offerte dal mondo virtuale saranno al servizio di quello reale invece di fargli la guerra. Secondo De Ruyter, questa integrazione sta già avvenendo:

L’app Vivino è un software che vi consente di scegliere il vino perfetto per ogni occasione.L’utente tiene in mano il proprio telefono e l’app proietta informazioni su ogni bottiglia si trovi davanti ai suoi occhi,in base a quanto si accoppia bene con determinati piatti, al livello di acidità e a recensioni da parte degli altri consumatori. Insomma, la realtà aumentata vi consente, in questo caso, di diventare istantaneamente esperti enologi!

Tenendo comunque presente che si tratta di previsioni a lungo termine e che, sempre ammettendone la veridicità, non vedremo di certo persone munite di visori salutarsi sotto casa entro pochi anni, questa è un’analisi che fa riflettere. Abbiamo sempre pensato che la progressiva digitalizzazione delle nostre vite ci avrebbe resi più pigri: dovremmo forse ricrederci?

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