A molti Hammerhead VR potrebbe sembrare solamente l’ennesimo, piccolo studio al lavoro sulla realtà virtuale, ed effettivamente è così. Non sono molti i grandi sviluppatori già al lavoro nel settore, ma ciò che fanno quelli più piccoli, al momento, basta e avanza. Soprattutto quando non si dedicano alla realizzazione di videogiochi spesso a basso budget e con dolorose rinunce che solo raramente mostrano le reali potenzialità della VR, ma intraprendono vie alternative che è sempre un bene percorrere. Lo studio, infatti, si è cimentato nella realizzazione di un adattamento per Oculus Rift ed HTC Vive del cortometraggio ABE di RobMcLellan, visibile liberamente su YouTube. ABE VR, sviluppato servendosi dell’Unreal Engine 4, è la storia di un robot mal programmato che ha ricevuto cattivi insegnamenti e che cerca l’amore degli umani… ad ogni costo. Il progetto è una ricostruzione virtuale a 360 gradi della storia originale, e consente di viverla da un punto di vista completamente differente.
Grazie alla forza espressiva della realtà virtuale, guardando questo particolare remake dell’opera di McLellan chiunque avrà la sensazione di aver assunto in prima persona il ruolo di un umano perseguitato dal folle robot. Una caratteristica peculiare, su cui gli sviluppatori hanno insistito tantissimo nello spiegare perché ABE VR, a loro dire, è un progetto rivoluzionario e pionieristico nel modo in cui i film horror vengono proposti al pubblico. In futuro, grazie alle possibilità offerte dalla VR, non solo i film horror potrebbero guadagnare un livello di immersione mai visto adottando una struttura spettatore-centrica, ma acquisirebbero anche possibilità di interazione ugualmente inedite nell’industria cinematografica. Che si sia trovato l’ideale punto di incontro tra film e videogiochi come Life is Strange ed i titoli della Quantic Dream? Oppure film e videogioco dovrebbero, secondo voi, rimanere due rette parallele e mai tangenti? Quando, in futuro, potremo essere chiamati spettatori, e quando videogiocatori?