La realtà virtuale alla Milan Games Week 2015: Il resoconto finale!

Articolo a cura di Emanuele D. Coppola

Durante la recente Games Week di Milano, conclusa da pochissimi giorni, noi di ORI abbiamo avuto modo di poter provare i dispositivi di realtà virtuale che da qui in poi, si divideranno il mercato nei prossimi mesi, ovvero PlayStation VR, HTC Vive e, ovviamente, Oculus Rift. In questa dimostrazione abbiamo analizzato e trovato difetti e pregi dei tre headset, con tutte le differenze del caso. Non vi resta dunque che scoprirli insieme a noi.

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Oculus Rift
Partiamo, per ragioni di logica, dal dispositivo d’eccellenza per la VR, che alla Games Week presentava la demo di Ride the track like Tony Cairoli, sviluppata da RedBull, in collaborazione con GoPro. Ci siamo ritrovati in sella ad un’installazione a forma di moto da cross, con tanto di manubri e carena, e appena ci siamo messi il dispositivo, dopo avvio dato dal ragazzo addetto, abbiamo virtualmente acceso i motori e siamo partiti. In redazione siamo abituati a provare l’Oculus Rift e devo dire che non mi aspettavo un risultato del genere.
L’idea di base è particolare, poter guardare un filmato in realtà virtuale a 360° può essere una chiava di volta per l’intrattenimento cinematografico e televisivo, tuttavia questa demo male si adatta all’Oculus. Principalmente perché mostrata sul Developer Kit 2, non il massimo dell’eccellenza quindi, però abbiamo visto di meglio, in termini di stabilità di fotogrammi, che qui appaiono molto confusi e l’effetto blur purtroppo la fa da padrone. Ma ciò non è da attribuirsi al dispositivo in sé, ma è proprio il filmato a risultare qualitativamente basso, come potete vedere qui, dato che è la stessa dimostrazione che abbiamo provato anche noi.
In termini di comodità del dispositivo, il DK2 non è certo il massimo del confort, e soprattutto non ha la possibilità di poter essere indossato con gli occhiali, ma ricordiamo, si tratta sempre della versione per gli sviluppatori, ed è ancora un prototipo. Questa dimostrazione ci ha mostrato effettivamente una cosa che pensavamo da molto tempo, che l’Oculus Rift è talmente versatile che non appena diventerà un bene di consumo di massa, come lo è diventato il personal computer, cambierà ogni aspetto delle nostre vite, state certi.

[NdR: Oculus Rift DK2 non rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia sviluppata da Palmer Luckey. Per leggere la nostra prova della CV1, ossia la versione definitiva del device, potete andare a questo indirizzo].

 

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HTC Vive
Il dispositivo sviluppato da HTC in collaborazione con Valve, è quello che più di tutti ci ha convinto. Nonostante anche questi sia un prototipo come l’Oculus, è risultato migliore in tutto e per tutto. Innanzitutto la demo che abbiamo provato ci permetteva di muoverci, grazie a delle telecamere installate agli angoli apposti della stanza che ne tracciavano la superficie e ne calcolavano sia il volume che la dimensione, ed inoltre avevamo in mano anche gli SteamVr Controller, dispositivi con cui potevamo interagire all’interno della demo che venivano riconosciuti poi all’interno di essa, grazie alle telecamere.
Con questo dispositivo ci sentivamo veramente liberi di muoverci in maniera arbitraria all’interno di quella realtà virtuale, dato che le telecamere riuscivano a tracciare in nostri movimenti in tutte e tre le dimensioni. Il visore, al contrario del DK2 di Oculus, è molto più ergonomico, anche perché si tratta di una release molto più recente del dispositivo e che probabilmente è molto più vicino a quella che verrà rilasciata sul mercato di quanto non lo sia Oculus; condividono però il difetto di non poterne usufruire con gli occhiali ed inoltre il fatto di dover essere cablato, ci limitava di molto i movimenti, perché il filo non era molto lungo, ma questi due difetti, per fortuna, non hanno minato la nostra esperienza.
La demo per HTC Vive che abbiamo provato era The Bkue: Encounter, sviluppata dallo studio WEVR, che ci ha lasciato veramente a bocca aperta, per la qualità dei dettagli e per il profondo stato di immersività in cui ci siamo ritrovati.

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PlayStation VR
Il (La?) PlayStation VR, presentato con il suo nome ufficiale durante il Tokyo Games Show di quest’anno, è tra i tre l’unico che si presentava in una versione molto più vicina a quella che poi sarà sul mercato. La differenza sostanziale tra questo headset è gli altri è proprio alla base, questi infatti è pensato e sviluppato solamente per hardware PlayStation 4, e chiaramente in ottica futura, ne mina le possibilità e le tiene relegate principalmente allo scopo videoludico. Ma ciò porta anche ad un altro problema, ovvero quello delle limitazioni. Proprio perché rivolto esclusivamente su una console con determinate caratteristiche che non possono cambiare nel tempo, sarà purtroppo sempre un passo indietro rispetto alla concorrenza. Ma non vedete ciò come un male, perché avere un dispositivo adatto apposta per una console che ne sa sfruttare le caratteristiche, è una manna dal cielo, dato che incanala gli sforzi degli sviluppatori a fare prodotti studiati apposta. E infatti la demo che abbiamo provato, EVE: Valkyrie, ne è la prova lampante, in quanto non aveva la grafica ultra definita del visore dell’HTC, era comunque in alta definizione ma in termini di stabilità del prodotto provato era perfetto, il frame rate era molto stabile, e soprattutto l’effetto blur era assente, e riuscivamo quindi a girare la testa anche velocemente e tutto restava definito. Questa versione hardware del dispositivo aveva anche la possibilità di tenere gli occhiali, perché ha il visore che si sposta in profondità che può essere regolato tranquillamente, risultando inoltre molto comodo e anche leggero.

Queste, dunque, sono le nostre impressioni sui dispositivi provati: e voi, avete avuto modo di provare con mano alla Games Week i visori più attesi per la realtà virtuale? Siete d’accordo o no con la nostra visione dei fatti? Vi aspettiamo nei consueti commenti!

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