castAR: la realtà aumentata ci riprova

Vi ricordate quei tempi in cui la realtà aumentata sembrava essere il futuro… e poi la bolla si è sgonfiata? Be’, certamente il mondo, di fronte alla prospettiva di una ben più esaltante realtà virtuale, si è progressivamente disinteressato a Google Glass e simili diavolerie. Ma, nell’entusiasmo generato dal Rift, venne lanciato un progetto AR, dal nome di castAR. A quanto pare, il viaggio di questo device è tutt’altro che lontano dall’essersi concluso. Già, perché castAR ha appena ricevuto un investimento di 15 milioni di dollari da Playground Global. Il nome potrà sembrarvi nuovo, ma in realtà il pedigree di questa compagnia specializzata in investimenti è assolutamente rispettabile. Trattasi infatti di una creatura di Andy Rubin, nientemeno che tra gli originali co-fondatori di Android. Una discreta sommetta, dunque, che va ad aggiungersi a quella già raccolta su Kickstarter nel 2013, un milione di dollari.

Lo stesso castAR, lo ricordiamo, non è certo un progetto creato dai primi venuti. È stato infatti ideato dagli ex-impiegati di Valve Jeri Ellsworth e Rick Johnson, che avevano in precedenza lavorato su delle attività VR. Il duo lasciò Valve (che in seguito avrebbe creato il suo visore… ma questa è un’altra storia) e aprì Technical Illusions. Il focus di castAR, a differenza di altri esperimenti simili (vedi per esempio HoloLens) è incentrato fortemente sul gaming. Ellsworth e Johnson vogliono infatti creare un device altamente accessibile. Ecco cos’ha dichiarato a proposito David Henkel-Wallace, CEO di castAR: “In mezzo a tutta la confusione su quello che separa la AR dalla VR (per noi non c’è nessuna confusione NdR), quello che è andato perduto è il divertimento. Le persone vogliono una soluzione semplice e accessibile che possono semplicemente indossare per giocare con i loro amici, senza dover trafficare con un visore pesante e fastidioso, tanto meno se attaccato a un grosso computer. Il nostro obiettivo è vedere castAR sugli scaffali dei negozi del Nord America, appaiato con alcuni dei più riconoscibili brand nel campo dei giochi da tavolo e dei videogiochi. Il supporto di Playground ci aiuterà ad arrivare lì”.

Forse esiste un universo parallelo in cui hanno avuto successo. Noi ci teniamo la VR.
Forse esiste un universo parallelo in cui hanno avuto successo. In questo universo ci teniamo la VR.

A volte mi chiedo se, anche personalità così eminenti, abbiano effettivamente provato Oculus Rift CV1. Un po’ come quando Warren Spector parlava della VR. La risposta? Secondo me è: no. Altrimenti, persone come Henkel-Wallace saprebbero benissimo che la nuova realtà virtuale, e non certo il DK1, equivale a un device leggero da indossare, senza alcuna latenza e senso di nausea. Bisogna comunque riconoscere a castAR che l’idea di un gioco da tavolo in realtà aumentata suona piuttosto intrigante, un po’ come gli scacchi di Star Trek.

Ecco cos’ha dichiarato Rubin in proposito, spiegando perché ha deciso di investire questi soldi sul progetto. “Sono stato davvero intrigato dall’approccio di David, Jeri e Rick nel risolvere il problema di come guidare l’adozione mainstream dell’AR. Sono l’unica compagnia che ho trovato che semplifica le utility e le applicazioni della tecnologia AR e VR in una unico sistema, divertente, accessibile, e portatile, che stupirà bambini e adulti”.

CastAR arriverà sul mercato nel 2016, e sono già arrivati dei prototipi ai backer di Kickstarter. Voi cosa ne pensate? Siete entusiasti all’idea di un device AR che si aggiunge alla guerra dei visori? Oppure credete che castAR è destinato a rimanere sugli scaffali? Personalmente, credo sia un palese caso di arrivare troppo tardi alla festa. L’AR è stata una tecnologia interessante per i pubblicitari, al massimo, ma si è rivelata alla fine poco più di un “gimmick”. Staremo a vedere cosa si inventeranno i game designer al lavoro su castAR. Per il momento, ci sembra giusto ribadire che la nuova frontiera è una e una sola soltanto, e si chiama Oculus Rift.

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