Mentre Oculus Rift continua a mietere successi in tutto il mondo, preparandosi al suo lancio previsto per il primo quarto del 2016, continua la battaglia legale contro ZeniMax Media. Per rinfrescarvi un po’ la memoria, ZeniMax afferma che John Carmack, CTO di Oculus VR, si sia appropriato di segreti industriali legati alla VR. Oculus, in precedenza, aveva liquidato queste affermazioni come un modo per capitalizzare sull’acquisto da parte di Facebook.
Ora, c’è un nuovo sviluppo: la mozione per annullare la causa, rivolta verso Oculus VR e Facebook, è stata negata dalla corte. Le accuse sono, oltre all’appropriazione indebita di segreti industriali, la rottura di un NDA da parte di Palmer Luckey e il cosiddetto “arricchimento scorretto”, che sono stati già invocati dal giudice il 27 luglio. In una successiva sessione, in riferimento ai punti in cui è coinvolto Facebook, è stato deciso che le cinque accuse non possono essere revocate, e che i fatti dovranno essere esaminati da una corte.
Che cosa significa questo? Semplicemente, si andrà inevitabilmente verso un processo, la cui data è entro un anno da adesso, il 1 agosto 2016; sia ZeniMax che Oculus dovranno quindi portare le loro prove di fronte alla corte, dove dovranno essere esaminate da una giuria. Naturalmente la situazione si complica ulteriormente alla luce del lancio della CV1, e il processo rischia di essere una distrazione fortemente indesiderabile per Luckey e i suoi uomini. Le conseguenze di questo processo potrebbero riguardare indirettamente anche Bethesda, la quale aveva dichiarato in precedenza che le traversie legali non le avrebbero impedito di sviluppare giochi come The Elder Scrolls in realtà virtuale. Essendo Bethesda parte di ZeniMax, è chiaro che le cose ora cambieranno.
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