Lo sviluppo di applicazioni per la realtà virtuale richiede delle cautele particolari, e Oculus VR l’ha sempre detto. All’attuale stato delle cose, la tecnologia ha una serie di regole ben precise, che servono ad assicurare il massimo comfort all’utente ed evitare dei problemi preoccupanti, come la tanto temuta “simulator sickness”. Il ritmo dell’esperienza di gioco fa parte di questi problemi: bisogna essere in grado di assicurare che i giocatori riescano a tenere il passo con l’azione. Questo significa che, al momento, molti titoli VR preferiscono offrire un’esperienza più lenta, a cui i giocatori possano abituarsi in maniera più semplice. Tale strada sembra anche essere quella promossa dalla stessa Oculus VR.
Sony sembra essersi resa conto di questo limite, tuttavia importante da rispettare per avere una corretta “user experience”, e sembra mettersi in diretta competizione con Oculus VR, dichiarando che sta lavorando a videogiochi “dal ritmo frenetico per hardcore gamer”, che saranno disponibili sul suo visore Project Morpheus per PlayStation 4.
Lo ha dichiarato Shuhei Yoshida, presidente di Sony Worldwide Studios, e attualmente impegnato in prima linea nello sviluppo di Project Morpheus. La dichiarazione proviene dal recente evento PlayStation Experience tenutosi a Las Vegas, in Nevada. “Poiché abbiamo fatto tanti esperimenti e abbiamo scoperto tante cose grandiose, ora molte delle esperienze sono piuttosto veloci,” ha detto Yoshida. “Siamo sorpresi dal fatto che non ci sentiamo male, e nemmeno le persone a cui le facciamo provare, con esperienze veloci di cui non posso parlare e che i gamer sicuramente apprezzeranno”.
Yoshida ha poi proseguito parlando di alcune delle demo che la compagnia ha mostrato per Project Morpheus fino ad adesso, incluse The Deep e Street Luge. “Abbiamo mostrato di proposito esperienze passive e facili per le persone, come The Deep o Street to Luge, anche per essere certi che chiunque provi la VR per la prima volta si diverta alla grande. Ma stiamo scoprendo allo stesso tempo dei giochi dal ritmo frenetico che piaceranno agli hardcore gamer per molto tempo.”
Ci sono molte incognite a questo proposito. Si tratta di una mossa di Sony per generare attenzione nei confronti di Project Morpheus? Oppure veramente la compagnia è riuscita a creare delle applicazioni pensate per i gamer che non inducono la motion sickness? Personalmente, sono scettico su questo punto: Oculus, che ricerca nella VR da più tempo rispetto a Sony, ci va sempre molto cauta quando si tratta di simulation sickness.
La mia idea è che ci sono delle linee guida molto importanti da osservare per il software in VR e che infrangerle, prima di essere arrivati a una soluzione hardware soddisfacente, rischia di infangare la reputazione della realtà virtuale a causa di una user experience non ottimale. D’altro canto, il mercato gaming è vastissimo e Sony giustamente cerca di colonizzarlo per guadagnare visibilità. Del resto, il focus di Oculus VR non è necessariamente sul gaming: Palmer Luckey ha sempre dichiarato che le applicazioni della VR investono tutti i campi della nostra vita, dalle interazioni sociali al turismo. Nel frattempo, aspettiamo prove tangibili da parte di Sony.