Ethereon: come Ariel in fondo al mar

Chi dice che i giochi a enigmi non vanno più di moda? Sicuramente non la pensano così gli sviluppatori di Ethereon, Questo gioco unisce elementi dei puzzle game con quelli puramente esplorativi, e grazie akla realtà virtuale riesce a esaltare entrambi gli aspetti in modo unico e raro. Così dopo aver trattato il suo sbarco su Kickstarter, addentriamoci un po’ di più nelle sue meccaniche ludiche.  

Fin dal primo momento di gioco i colori, le luci e l’atmosfera ti lasciano letteralmente a bocca aperta. Luci tenui, predominanza di blu e aspetto futuristico e fantascientifico mi hanno lasciato stupefatto, confrontandomi il più delle volte con il mio desiderio di godermi il paesaggio surreale ed oceanico che mi si presentava davanti.

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Il desiderio di avventura esce fuori portando un’esaltazione che probabilmente molti di noi hanno dimenticato nelle avventure tradizionali. In realtà ultimamente i puzzle game hanno lasciato il posto ad esperienze di gioco più immediate, dove l’azione sembra prendere il sopravvento sui ragionamenti e sulla ponderazione. Ethereon sembra invece riportare in auge questo spirito oramai sepolto se non dimenticato.

Trovandomi all’interno di una stanza ho subito preso possesso di una lente dandomi in questo modo la possibilità di avanzare all’interno di un tunnel sottomarino sospeso nel vuoto. Non ho potuto far altro che soffermarmi nel momento in cui un’enorme creatura eterea è passata sopra di me. La cura dei particolari e dei dettagli è saltata subito agli occhi, dandomi la possibilità di apprezzarne i lineamenti ben fatti e osservare con chiarezza nitida i denti delle sue numerose bocche.

Avanzando ulteriormente lungo il tunnel, delle meduse hanno fatto la loro comparsa. Lente, nuotavano attorno al tunnel risultando naturali e reali grazie anche alla cura dei loro movimenti per nulla artificiosi. Proseguendo nel mio viaggio sono giunto in una nuova stanza dove dopo aver inserito la lente prelevata precedentemente ho attivato un fascio di luce.

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Inizialmente non sono riuscito a capire la sua utilità, anche se mi è bastato guardarmi attorno per capire che avrei dovuto far combaciare il fascio di luce con un congegno luminoso visibile in lontananza. In questo senso i comandi risultano pochi ma allo stesso tempo conservano una completezza per il tipo di gioco che hanno deciso di creare.

Tenendo premuto l’analogico destro e spostandolo verso destra sono riuscito a far ruotare la lente e il fascio di luce così da far muovere la piattaforma da cui sono arrivato e quella su cui mi trovavo, portandomi ancora più in profondità. Le rocce abissali facevano da contorno al mio lento scendere, portando poi sullo schermo una dissolvenza che ha terminato la mia esperienza e questa demo. 

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Sicuramente sono rimasto particolarmente soddisfatto da questa breve quanto intensa esperienza di gioco. L’esperienza dei suoi creatori, e nello specifico quella di Tony Davidson, che ha contribuito anche alla creazione del classico Riven (seguito di Myst), confluisce in un gameplay classico e al tempo stesso mutato radicalmente dall’ambiente VR.

Il gioco presentato su Kickstarter dalla start-up InnervisionGames sembra aver avuto un notevole successo, ma c’è ancora tempo per contribuire, dal momento che la campagna risulta ancora aperta. Non ci resta che osservare con attenzione questo gioco, che intende a quanto pare lanciarsi anche su altre piattaforme, come PS4 e il suo visore Project Sony Morpheus.

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