Volere non è sempre potere, ma la VR ci aiuta

Avete mai trovato qualcosa per cui valesse la pena combattere, senza però effettivamente agire perché convinti che la vostra singola azione non sarebbe servita a nulla? Una decisione del genere si sviluppa proprio perché sentiamo che qualcosa è fuori dalle nostre possibilità di controllo, fuori dal cosiddetto locus of control. Quando le persone sentono di non poter controllare ciò che accade attorno a loro sono meno propense ad agire. Ma se si potesse cambiare la percezione di controllo delle persone?

Dr. Jeremy Bailenson, fondatore dello Human Interaction Lab di Stanford, ha cercato di dare una risposta a questa domanda grazie all’aiuto di due suoi colleghi. Recentemente, infatti è stato pubblicato un articolo scientifico intitolato: “Effetti a lungo e breve termine delle esperienze in ambienti virtuali sul comportamento e sul locus of control.”

Mind-Control

Gli esperimenti si focalizzano, per l’appunto, sullo studio del locus of control dei partecipanti. La metà di questi sono stati posti all’interno di esperienze virtuali immersive, che simulavano il taglio di un albero con una motosega. Prima di procedere con la manovra, ai partecipanti veniva chiesto di descrivere la foresta attorno a loro, senza trascurare i suoni e i rumori che la caratterizzavano. Dopo aver osservato il posto, i partecipanti hanno tagliato l’albero usando la motosega virtuale. Quando l’albero si è schiantato al suolo è stato chiesto loro di descrivere nuovamente l’ambiente circostante. In questo caso però la foresta era avvolta nel silenzio, in modo da enfatizzare ancora di più il danno prodotto dal taglio dell’albero.

L’altra metà dei partecipanti ha letto una dettagliata descrizione del procedimento e ha guardato un video che riproduceva il taglio dell’albero. Dopo aver completato tutti e due gli esperimenti, entrambi i gruppi di persone hanno risposto a un lungo questionario che ha valutato il loro comportamento, comparandolo con un altro questionario compilato prima dell’inizio del test.

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I risultati dell’esperimento dimostrano che i partecipanti che hanno provato direttamente l’esperienza virtuale hanno consumato il 20% in meno di fazzoletti durante il periodo di osservazione rispetto a coloro che hanno solo visto i video e i materiali stampati. Questo risultato suggerisce che l’ambiente virtuale ha un impatto maggiore sul locus of control rispetto alle forme di informazione tradizionali come i video e la carta stampata.

Oltretutto, a distanza di una settimana, gli effetti positivi riscontrati sul gruppo di coloro che avevano solo letto i fogli informativi e visto i video sono molto diminuiti, mentre gli effetti sul gruppo dei partecipanti all’esperienza virtuale sono continuati piuttosto a lungo. Ciò suggerisce che, tra le altre cose, la realtà virtuale ha un effetto più duraturo rispetto ad altre esperienze passive.

CHANGE-THE-WORLD

 

Dunque, quali sono le implicazioni di questo studio? Teoricamente ciò potrebbe significare che la VR potrebbe essere usata per aiutarci a migliorare la nostra empatia e a farci diventare più “polemici”. Nell’attuale ecosistema dei media siamo costantemente inondati da contenuti passivi, non è facile “sentire” attivamente ciò che ci viene proposto, ma quando si pone qualcuno all’interno di un ambiente virtuale lo si aiuta a passare oltre a questa sorta di blocco mentale. Non solo si diventa pi consapevoli, ma anche più propensi a intervenire attivamente.

Toccare con mano le conseguenze delle nostre azioni in modo immersivo potrebbe davvero rappresentare un punto di svolta per quanto riguarda il nostro modo di rapportarci con la società. Chissà se tutto ciò ci porterà, in futuro, verso un mondo migliore.

 

 

 

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