Magic Leap, la AR e i segreti della fibra ottica

Tutti attendiamo novità da Magic Leap, la società per realtà aumentata su cui Google e altri investitori (Qualcomm, Legendary Pictures, Andreessen Horowitz, Obvious Ventures, KPCB, e Sundar Pichai) avrebbero puntato 542 milioni di dollari.

Secondo alcune fonti, sempre molto poco chiare, Magic Leap sta cercando di costruire una AR destinata ai Google Glasses che si fonda con il mondo reale e sia generata da un computer, senza però passare dai cavi, con l’ausilio di macchine fotografiche e fibra ottica.

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Magic Leap era una società praticamente sconosciuta fino a quando, nel mese di Febbraio, alcune indiscrezioni hanno suggerito che su di essa avrebbero investito dei big della tecnologia, riferendo anche che la misteriosa società sarebbe stata in possesso di una tecnologia capace di cambiare per sempre il nostro modo di interagire con immagini e informazioni.

Alcuni nomi importanti sembrano orbitare intorno alla nuova realtà: Rony Abovitz, che ha appena venduto la sua Mako Surgical per 1,65 miliardi di dollari, Richard Taylor della Weta Workshop, lo studio di effetti speciali che ha lavorato per Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit, District 9 e, ancora, il progettista Graeme Devine, Brian Wallace, l’uomo della campagna pubblicitaria di Samsung “Next Big Thing”.
Parlando con David Lidsky di Fast Company, Abovitz avrebbe rivelato ciò che la AR di Magic Leap non è:

“Non è olografia, non è stereoscopia 3D, non hai bisogno di un robot gigante per tenerla sopra la testa, non c’è bisogno di essere a casa per usarla. Non è fatta da componenti off-the-shelf. Non è un cellulare in View-Master.”

Magic Leap

La migliore descrizione che abbiamo finora proviene da un comunicato stampa della società:

“Con il Dynamic Digitized Lightfield Signal saremo in grado di generare immagini indistinguibili dagli oggetti reali e quindi di ricollocare quelle immagini senza soluzione di continuità nel mondo reale.”

Questa descrizione potrebbe essere solo la punta di un iceberg: la prima tappa della società, infatti, è stata il sito web di Magic Leap Studios, quando essa era già in contatto con Weta Workshop, e insieme, le due aziende puntavano a realizzare una graphic novel e una serie di film.

La loro proprietà intellettuale migliore era Hour Blue, un libro del duo comico Dan Abnett e Andy Lanning ambientato in un mondo distopico. Magic Leap Studios era anche un’etichetta discografica indipendente. La loro band, Sparkydog & Friends, sembrava essere composta da Abovitz, sua moglie Debb, l’ex direttore chirurgico MAKO della robotica Arthur Quaid, e l’attuale detentore del brevetto di Magic Leap, Graham MacNamara. Il loro album sembra essere stato prodotto da Mick Glossop ed è anche abbastanza gradevole.

Nel maggio 2011, Magic Leap è diventata una società e al Comic-Con del luglio dello stesso anno ha rilasciato un’app per realtà aumentata chiamata Hour Blue, un primo passo verso il nuovo obiettivo di portare il cinema nel mondo fisico.

A ottobre il sito web della società è divenuto quasi un luogo top-secret di spionaggio industriale, e Magic Leap ha iniziato ad autodefinirsi una società di tecnologia:

“Stiamo mantenendo un po’ il profilo basso perché siamo impegnati a costruire qualcosa che riteniamo sarà davvero innovativo”

Che cosa è cambiato da allora? Ecco, si potrebbe azzardare un’ipotesi: Rony Abovitz ha conosciuto presso l’Università di Washington Eric Seibel. Per oltre un decennio, il professor Seibel ha sviluppato un nuovo endoscopio, dai dettagli impressionanti che utilizza una singola fibra ottica per guardare in modo sicuro all’interno del corpo umano.

Grazie all’utilizzo di un trasduttore piezoelettrico per far vibrare la punta della fibra in un percorso a spirale, si riesce ad ottenere un’immagine con una risoluzione molto più alta e tante più “scansioni” di quanto ci si aspetterebbe. Ed è proprio il tipo di strumento che una società robotica medica come MAKO avrebbe potuto tenere in considerazione e utilizzare.

Ciò, nonostante possa non apparire così, ha molto a che fare con la realtà aumentata. Se si sta già sparando luce lungo una fibra ottica vibrante in un modello a spirale per formare un’immagine, esattamente lo stesso sistema potrebbe essere utilizzato per far generare dalla stessa fibra una proiezione. Ed è qui che le cose si fanno interessanti.

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La squadra di Seibel stava lavorando proprio su un proiettore. Hanno anche provato alcuni display da indossare sul capo. Hanno pensato che questa potrebbe essere una soluzione molto più pratica ed economica rispetto ai classici pannelli LCD o OLED piccoli, con l’ulteriore vantaggio che sarà possibile ridurre le fibre fino ad entrare in tasca o adattarsi all’interno di un paio di occhiali.

Il che è probabilmente il motivo per cui Magic Leap ha assunto un partner di ricerca di Seibel, Brian Schowengerdt e, probabilmente, anche il motivo per cui Schowengerdt, secondo alcuni, ha un aiutato Magic Leap a vincere una borsa di 150 mila dollari dal Dipartimento della Difesa per creare una versione ad ultra-risoluzione 4K del display in fibra. Infine, è quasi sicuramente il motivo per cui molte delle domande di brevetto di Magic Leap hanno a che fare con la fibra ottica.

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Le domande di brevetto raramente rivelano ciò su cui una società sta lavorando. I brevetti non provano nulla, ma danno un’idea delle aree generali di interesse di una società. Da qui si potrebbe arrivare alla proiezione di immagini sui bulbi oculari o alla riproduzione 3D di un elefante.

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Se si guarda al mondo reale, gli occhi si concentrano su distanze diverse, non necessariamente su un piccolo pezzo di vetro di fronte al proprio sguardo. La luce naturale arriva in gran quantità negli occhi, e questo è il motivo per cui le immagini dei display di Google Glass appaiono trasparenti e spettrali. Per continuare a vedere il mondo reale e applicarvi sopra immagini, non va bene un proiettore che copre la parte anteriore degli occhiali e riduce il campo visivo.

Naturalmente, è necessario trovare un modo per monitorare la testa e l’ambiente circostante, in maniera tale che gli oggetti sembrino occupare un posto reale nel mondo.
Magic Leap potrebbe avere le soluzioni a questi problemi. Sembra che l’azienda voglia sviluppare una “maschera di occlusione LCD” per bloccare la luce dal mondo reale negli stessi in cui come gli oggetti sono proiettati, in maniera da non farli apparire spettrali.

Tra le altre cose, dovrebbe essere possibile attraverso lo sviluppo software monitorare il movimento dell’utente per far sì che si possa anche camminare intorno agli oggetti proiettati e scoprirli da varie angolazioni. Magic Leap potrebbe, poi, utilizzare un paio di telecamere all’interno degli occhiali per monitorare gli occhi e capire dove stiamo mettendo a fuoco e dare così una profondità reale agli oggetti in proiezione.

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Un ultimo ma non meno importante brevetto della società, infine, si dedicherebbe a un guanto tattile che consentirebbe di controllare dei robot e interagire con la AR di Magic Leap o, infine, passare dalla modalità di realtà aumentata ad un uso per realtà virtuale. Ciò indurrebbe a pensare che Magic Leap voglia unire VR e AR.

thebeastForse il prodotto è ancora troppo poco comodo per essere rivelato, alcune fonti suggeriscono che il prototipo è piuttosto ingombrante.
Graeme Devine lo ha definito: “La Bestia”

“Se almeno una volta avete visto Brainstorm, è come quell’affare del film. Quando ho dato un’occhiata ai progetti di lavoro di Magic Leap era chiaro che la società non intendesse arrendersi e ha assunto degli ingegneri hardware per creare rapidamente prototipi in modo da preparare una nuova versione che si baserà su componenti mobile in stile smartphone e un sistema operativo Android. Per questo servono i processori quad-core della telefonia mobile, i segnali radio cellulari, GPS, cuffie con cancellazione del rumore, le telecamere 3D con rilevamento di profondità. Forse rubacchiando qualche idea dal Project Tango si tenterà di arrivare all’eye-tracking e al riconoscimento vocale. Magic Leap non farà affidamento solo su Android, e sembra che la società intenda costruire una sua interfaccia ‘Reality Cinematic’, che si baserà su cloud e web, con tanto di interfacce browser.”

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Tra le altre dichiarazioni d Magic Leap:

“Vogliamo monitorare i movimenti e proiettarli nello spazio in modo che voi e i vostri amici più cari possiate trovarvi insieme nella AR.”

“Vogliamo lavorare tanto con le telecamere, sia per il consumo degli utenti sia per fornire informazioni nei display di realtà aumentata.”

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“Vogliamo scoprire modi alternativi di scansionare gli oggetti e sperimentare come i sistemi di AR possono lavorare con un intero ecosistema di giocattoli, elettrodomestici, robot, miscelando telepresenza AR con specifiche attività sanitarie, meccaniche, agricole ed edili “.

Poi c’è chi sostiene che Weta Workshop e Magic Leap stiano costruendo uno sparatutto in prima persona veramente di nuova generazione, dove si arriva a sperimentare la dinamica di pistole a raggi e avanzate e armi-onda .

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E c’è chi sembra tenere in conto l’ipotesi che Magic Leap voglia costruire una piattaforma di comunicazione, simile a quella a cui punta Facebook con Oculus VR, ma stratificata sul mondo reale.
Forse, grazie ai leggeri Google Glasses, un cavo a fibre ottiche, una batteria, molte telecamere e sensori.

Allora i 542 milioni di dollari di finanziamento sono veri? Potrebbe essere solo una questione di tempo quella per cui Facebook e Google si troveranno a combattere la battaglia del futuro?

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