La VR è dietro l’angolo. Chiacchiere tra addetti ai lavori, soffiate da piani molto alti e voci di corridoio sempre più insistenti lasciano poco spazio ai dubbi. Il tempo dei semplici Dev Kit e dei pionieri un po’ folli e un po’ matti sta per terminare. La realtà virtuale, guidata da Oculus Rift, si trasformerà in un prodotto vero e proprio, in quella famosa “Consumer Version 1” che attendiamo da tempo e che potrebbe spuntare fuori al C.E.S. di Las Vegas, a inizio del nuovo anno.
L’avvento nei negozi di Oculus Rift (e dei suoi rivali, con in prima fila il celebre Project Morpheus di Sony per PlayStation 4) avrà molte conseguenze. Così tante, di fatto, da rendere estremamente difficile prevederle tutte. Come scriveva Wired in USA già molti mesi fa, sarà una rivoluzione che non si limiterà a investire il mondo dei videogiochi, del cinema o dell’entertainment a 360 gradi. Eh no, qui la posta in gioco è ben più alta. Parliamo di una potenziale rivoluzione sociale e culturale. Turismo, lavoro, relazioni interpersonali, sesso, istruzione. Tutto sta per cambiare, e senza possibilità di ritorno. Noto con curiosità e forse un pizzico di stupore che c’è ancora chi cerca di “sminuire” la portata della VR, non so se per semplice miopia (in fondo sappiamo bene come in tanti dissero che il telefono o il computer non avrebbero avuto mai successo) o magari per il fastidio di non essere arrivati per tempo a capire, a seguire, a occuparsi di realtà virtuale. Non temete: a giochi fatti, tutti vi diranno di aver sostenuto la VR dal day one. Saranno tutti profeti, tutti fulgidi evangelist di questa formidabile tecnologia.
Sapete una cosa? Poco importa. Quello che importa davvero, semmai, è che ci siamo. Che il salto paradigmatico è finalmente dietro l’angolo, e che questo cambiamento che non esito a definire epocale accadrà esattamente nel momento opportuno, quando fin troppe situazioni rischiavano di diventare stagnanti. Interstellar ha mostrato che cosa potrebbe significare Oculus Rift per il cinema. E non è che la punta dell’iceberg. E il Videogioco? Molto semplicemente, ci scrolleremo finalmente di dosso tare accumulate da decenni di pigrizia concettuale. Sarà linfa vitale pompata a litri nelle arterie della creatività dei game designer di tutto il mondo. Benvenuto, cambiamento. Ti stavamo aspettando. Quanto ai soliti dinosauri, beh… credo che tutti ricordiamo la fine che hanno fatto.
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