Dal sito dell’università americana di Elon, ci arrivano delle interessanti considerazioni sull’uso della realtà virtuale. Le riflessioni provengono dal professore associato di Fisica Tony Crider, che usa le sue lezioni per sperimentare metodi in realtà virtuale. Cryder spera che un giorno gli ambienti virtuali su cui ha lavorato e giocato per tutta la sua vita toccheranno vite anche al di fuori dello schermo del computer. Nello specifico, Crider spera che un giorno la VR lo aiuterà a far vedere la sua casa alla nona, per la prima volta.
“Mia nonna probabilmente non lascerà la sua casa per il resto della sua vita, a eccezione di ospedali e ristoranti vicino a lei,” ha detto Crider. “Non sarà mai in grado di vedere la mia casa fisicamente, ma forse potrà vederla virtualmente. Se potesse indossare uno strumento come Oculus Rift, che potrebbe permetterle di vedere la mia casa, potrei farle fare un tour di dove abito. Sarebbe un futuro grandioso.”
Crider ha sempre avuto un’alta considerazione della realtà virtuale e delle sue applicazioni nel mondo reale. Ha editato livelli del videogioco Duke Nukem 3D al liceo solo per divertimento. Ha insegnato in corsi dove gli studenti costruivano esibizioni museali online, per farle esplorare alle persone. Ha tenuto dimostrazioni di Oculus Rift nel campus, che ha permesso agli studenti di esplorare l’appartamento di Jerry Seinfeld e l’edificio Carlton alla Elon.
Ma ci è voluto del tempo per Crider per accorgersi che c’era anche la possibilità che la realtà virtuale potesse trasportare la nonna nella sua casa. Ha passato gli anni del college a smanettare con del software rudimentale sui primi computer, quando tecnologie come Oculus Rift e programmi come Second Life erano ancora un sogno.
Crider è conosciuto alla Elon University per i suoi metodi di insegnamento anticonvenzionali, incentrati sulla creazione di ambienti artificiali. Per esempio, Crider ha fatto costruire delle esibizioni museali virtuali, tramite Second Life, trovando un punto di contatto tra VR e astronomia. La maggior parte delle esibizioni erano planetarium, ma sono stati ricostruti anche l’International Civil Rights Center e il Museum di Greensboro. Crider ha percorso l’attuale invasione di prodotti pensati per la VR, creando ambientazioni digitali visitate dagli studenti e non solo.
Un visionario, dunque, che crede che la realtà virtuale potrebbe aiutarlo nel permettere agli studenti di vedere com’è Venere, per esempio, invece di leggere semplicemente un libro sull’argomento. Qualcosa che, lo sappiamo, è già possibile nell’applicazione a tema astronomico Titans of Space.
“Andare in posti dove non potremmo andare permette a questa tecnologia di avere un grande potenziale, ha detto Crider. “Penso che è per questo scopo che dovrebbe essere usato un mondo virtuale. Prima pensavo che dovesse essere usato per la socializzazione, ma la mia opinione è cambiata molto.”
Crider sostiene che c’è ancora molto da aspettare prima che queste innovazioni virtuali diventino realtà . Deve avvenire una sorta di rivoluzione, qualcosa già successo per le precedenti tecnologie.
“Google e Apple sono nate da un paio di tizi in uno scantinato, non troppo tempo fa,” ha dichiarato. “Quindi la tecnologia per gli ambienti virtuali che potrebbe dominare il mondo adesso ancora non esiste, ma è possibile. Abbiamo già visto succedere questo genere di cose prima d’ora.”
Noi crediamo che la rivoluzione di cui parla Crider sia ormai imminente, e il professore sarà presto in grado di mostrare ai suoi studenti i segreti del cosmo. E di invitare a casa sua nonna.