In occasione del trentesimo anniversario della serie Elite, nata nel 1984 con l’omonimo titolo, gli sviluppatori di Elite: Dangerous pubblicano un filmato di circa un quarto d’ora in cui parlano della creazione dell’ultimo capitolo della saga. Noi di Oculus Rift Italia abbiamo riportato per voi le informazioni più interessanti.
L’obiettivo principale del team era quello di creare un grande gioco, spiega David Braben, che non ha mai smesso di credere nel progetto nonostante i precedenti tentativi meno fortunati di avviarne i lavori.
Elite: Dangerous sarà il naturale passo evolutivo della saga, avrà tutto quanto di positivo è stato introdotto dai precedenti giochi aggiungendo, ovviamente tutte le novità rese possibili dalle nuove tecnologie, non ultima la compatibilità con Oculus Rift. Ma i giochi originali non sono stati l’unica fonte di ispirazione, lo stesso Braben dichiara di essere un fan di vecchia data della fantascienza, anche se ciò non dovrebbe stupire.
Sicuramente avere molte fonti a cui ispirarsi ha dato una mano per creare astronavi e ambientazioni complesse, dettagliate e credibili, ma è comunque stato fatto un grande lavoro di immaginazione. C’erano tanto cose da cui trarre spunto e da riprendere nei giochi originali anche se, ovviamente, il salto tecnologico ha richiesto un grosso lavoro in termini di aggiornamento. Era impensabile proporre quanto visto nell’ultimo titolo della saga, risalente al 1995, senza apportare alcun aggiornamento in termini di dettagli. Gli sviluppatori hanno così cercato di aggiornare esteticamente tutta l’ambientazione ma senza mai perdere di vista il fattore “credibilità ”. Allo stesso è stato fatto in modo di mantenere un certo grado di fedeltà con i titoli originali, così da rendere riconoscibili particolari elementi ai fan della serie.
“La parte di aggiornamento più complessa” dice Jo Taylor, una degli artist del team “è stata quella di creare un ambiente totalmente immersivo, sia per quanto riguarda la cabina di comando, sia per quanto riguarda l’ambiente esterno, gli asteroidi e tutto ciò che si trova nello spazio. È stata necessaria una mole immensa di lavoro per ogni singolo elemento.“
“Nel progettare l’abitacolo” continua Taylor “abbiamo tenuto in considerazione anche quelli che potrebbero essere i futuri aggiornamenti, come l’inserimento di una postazione per un secondo pilota.“
Ben Parry, Senior Programmer, sottolinea inoltre come Elite: Dangerous sia un gioco molto diverso dagli altri prodotti in passato dal team, evidenziandone la dinamicità . “All’interno dell’universo di Elite: Dangerous tutto è in continuo movimento, ogni cosa si può spostare in ogni direzione e oltretutto, aggiunge scherzosamente “ha più di trecento luci addosso“.
Ma un gioco di questo genere non sarebbe completo senza le sessioni di combattimento spaziale, e il team lo sa bene. Rendere le battaglie nello spazio, spiegano i ragazzi, non è stata impresa facile. Non si tratta del gioco in cui chi ha la nave spaziale più grande vince lo scontro, è tutto molto incentrato sulle manovre e sull’azione vera e propria, pertanto anche ciò che può sembrare un dettaglio, come il peso e la forma della nave spaziale, si rivela essere importante.
Oltretutto non è facile come sembra ricreare i combattimenti nello spazio aperto. Ogni sistema di gioco ha bisogno di seguire determinate regole e limitazioni per essere divertente e convincente. Altri tipi di gioco possono fare affidamento sulla conformazione ambientale e sulla gravità per creare delle regole solide e universali su cui costruire le proprie meccaniche. Ovviamente nello spazio il concetto di gravità non esiste, e l’ambiente non è lo stesso che si può trovare sulla Terra o altri pianeti, di conseguenza si è rivelato essenziale prestare moltissima attenzione alla struttura delle singole navicelle e di tutto ciò che popola l’universo circostante.
Insomma, traspare chiaramente una forte volontà di costruire un prodotto solido e credibile, ma che riesca allo stesso tempo a creare una propria identità .
“Il cielo che vedete in Elite: Dangerous è lo stesso che vedete fuori la notte.” Dichiara Braben “Per me questa è la cosa più affascinante del titolo. Contribuisce a creare la sensazione di star esplorando qualcosa di reale.“
Ma ciò che è altrettanto affascinante, e lo dicono gli stessi sviluppatori, è essere in grado di vivere questa incredibile esperienza con la realtà virtuale. Non importa se non si tratta di un visore ad alta definizione, la sensazione che si prova a mettersi in viaggio per lo spazio al comando della propria navicella con Oculus Rift fa dimenticare qualsiasi mancanza tecnica. E noi non possiamo che dargli ragione.
David Braden è grato del supporto ricevuto dai fan, non solo per quanto riguarda la raccolta fondi su Kickstarter, e rigrazia di cuore tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno supportato lui e la sua squadra durante lo sviluppo del progetto.
Elite: Dangerous non ha ancora una data di uscita, nel frattempo però è possibile provare la Beta in attesa di ricevere qualche dettaglio a riguardo. Inoltre, se volete, potete dare un’occhiata al video integrale pubblicato dal team.