Incubo per Hell Mountain, secondo horror in VR

Vi avevamo appena finito di parlare di Zero Point, primo film in VR compatibile con Oculus Rift, ed ecco che si presentano altri titoli cinematografici che supportano il visore.

Hell Mountain sarà la seconda pellicola horror ad essere realizzata per la realtà virtuale (la prima è Banshee Chapter, di cui vi avevamo già parlato). Nel progetto sono coinvolti nomi abbastanza importanti, tra cui Warren Zide, l’uomo del franchise di Final Destination, lo sceneggiatore Gary Gerany (Pumpkinhead) e il designer che ha curato i vari mostri, Brian Penikas, lo stesso che ha lavorato a Aliens, Cocoons, Mask e soprattutto ai Creepers di Jeepers Creepers.

Le premesse per un prodotto di tutto rispetto, quindi, ci sono tutte ma…c’è sempre un ma. Per la realizzazione della pellicola, infatti, il producer Dar Warison, ha aperto una campagna di crowdfunding sulla piattaforma IndieGoGo, attualmente impostando come obiettivo 100.000 dollari per 10 minuti di cortometraggio. Al raggiungimento di 500.000 dollari, invece, il produttore potrà permettersi la realizzazione completa del lungometraggio. E qui sono iniziate le polemiche.

 20141003121846-hellmountainposterSu Reddit, infatti, diversi utenti si sono detti scontenti di questa scelta e soprattutto dubbiosi su diversi aspetti di tale progetto. La prima questione sollevata riguarda l’effettivo bisogno di una raccolta fondi: se sono coinvolti tutti questi nomi importanti è possibile che nessuno abbia i soldi necessari per produrre il film autonomamente? Ma di fatto, nonostante molti possano insinuarlo, non è scritto da nessuna parte che queste persone abbiano una disponibilità economica milionaria portata dai franchise nei quali sono stati coinvolti in passato. Le maggiori critiche sono state mosse a Warren Zide, produttore di Final Destination. Anche se è comunque plausibile la richiesta di supporto dal pubblico, Kickstarter, forse, sarebbe stata la scelta più sensata rispetto a IndieGoGo.

Ma ecco un altro dettaglio interessante: normalmente se non si raggiunge la quota prefissata per il progetto i soldi vengono restituiti agli investitori, in questo caso,invece, qualsiasi somma si raggiunga, anche se insufficiente, non si avrà alcun rimborso. Warison ha spiegato che i soldi ricevuti verranno utilizzati per realizzare una demo o un trailer per pubblicizzare il film a qualche casa cinematografica se non si dovesse arrivare all’obiettivo, e per questo gli utenti non potranno chiedere i soldi indietro.

In molti hanno iniziato quindi ad accusare addirittura di truffa Dar Warison e, nonostante le risposte del producer, sembra che la fiducia del pubblico al momento sia piuttosto bassa. In attesa di maggiore chiarezza noi di Oculus Rift Italia seguiremo comunque la vicenda e vi aggiorneremo su ulteriori sviluppi. Se volete, nel frattempo, potete prendere i popcorn e leggervi le accese discussioni su Reddit.