Alcuni scienziati della Carnegie Mellon University sono riusciti nello sviluppo di un robot che sarà utilizzato durante le future esplorazioni spaziali sulla Luna per farci scoprire gli ancestrali “paesaggi candidi” del nostro satellite.
Il robot in progetto ha già attirato la simpatia di Google che ha offerto al relativo team di lavoro un budget di 30 milioni di dollari, questo il costo delle nostre future visioni lunari.
Il robot è stato anche mostrato a potenziali investitori, tra cui l’astronauta Rusty Schweickart dell’Apollo 9. La grande novità è che esso potrà essere comandato ed utilizato grazie ad Oculus Rift, per permettere a qualsiasi utente una visione a 360° degli orizzonti che scruterà .
Gli scienziati della rinomata università stanno collaborando con la società spaziale Astrobotic e, poichè sarà necessario un team di esperti capaci di far atterrare il robot sulla Luna, spostarlo per circa 500m e far inviare i video al pianeta Terra, è entrato in gioco il Lunar XPrize di Google che è costituito dalla suddetta offerta milionaria e destinato alla migliore squadra che si presenterà al team esistente.
Astrobotic Technology, che è uno spin-off dalla Carnegie Mellon, ha firmato un contratto con SpaceX, società spaziale privata costituita da Elon Musk per poter utilizzare il suo razzo Falcon 9 durante il lancio nello spazio del robot.
Il decollo è previsto per il 2016.
Il leader del team di progettazione Daniel Shafrir spiega:
“La visione è semplice: permettere a chiunque abiti il pianeta Terra di vivere sulla Luna, in tempo reale, attraverso gli occhi di un robot e di Oculus Rift. Non siamo riusciti soltanto ad andare sulla Luna, stiamo portando la Luna da noi!”
Il robot, soprannominato Andy in onore del fondatore dell’università Andrew Carnegie, può essere controllato con la testa di un operatore. Grazie all’utilizzo del visore, i movimenti sulla testa dell’utente vengono tracciati e rispediti alla camera di Andy in modo che esso risponda ai comandi dell’utente.
Shafrir aggiunge:
“Immaginate la sensazione che si prova osservando rocce e crateri di miliardi di anni fa. Guardarsi intorno ed osservare le distese oscure dello spazio. Voltarsi ancora ed ammirare il pianeta Terra. Raggiungere questo livello di codifica non è stato semplice, la squadra ha dovuto superare piccoli ostacoli, come, ad esempio, l’incapacità del Rift di ricevere due input video contemporaneamente. Affrontare le sfide ha reso il progetto un lavoro senza sosta, che ci ha impegnati giorno e notte”.
Lavorando insieme allo sviluppatore di videogames Ben Boesel e al direttore del planetario Dan Arnett, il team è riuscito a far sì che Andy potesse muovere i suoi primi passi tramite una demo che è stata implementata da poco.
Shafrir conclude così:
“La visione è quella di avere centinaia di robot sulla Luna, un Oculus Rift in ogni aula, per permettere ai bambini di sperimentare ciò che, a questa data, è stato sperimentato soltanto da 12 esseri umani. Ci sono attualmente 18 squadre provenienti da tutto il mondo in competizione per vincere il Lunar X-Prize sponsorizzato da Google e dedicato al progetto.”
Ebbene sì, chi come me da piccolo sognava di diventare un astronauta, forse, domani potrà appagare anche questo desiderio.