Nello stesso giorno in cui veniamo a conoscenza delle dichiarazioni del vicepresidente di Samsung Craig Gledhill, a proposito delle varie applicazioni della realtà virtuale nel mondo reale, un altro pezzo grosso dell’industria VR ci delizia con le sue parole. Stiamo parlando di Brendan Iribe, CEO di Oculus VR, che recentemente si è espresso proprio in merito al ruolo che il gaming rivestirà negli anni a venire nel mondo della realtà virtuale. In effetti, pur ammettendo e riconoscendo l’apertura della VR verso nuove prospettive di natura educativa, quali ad esempio l’utilizzo di tale tecnologia nel campo dell’istruzione e in quello medico, Iribe ha confermato che la stessa realtà virtuale affonderà sempre le proprie radici nell’industria dell’entertainment. Secondo Iribe, la VR non distoglierà mai il proprio sguardo dal gaming, anzi sarà proprio quest’ultimo a dar vita ad ogni singola iniziativa promossa in campo virtuale.
Ecco la breve, ma decisamente intensa, dichiarazione dello stesso Iribe:
Per molto tempo il gaming costituirà il cuore e l’anima della realtà virtuale. La VR non mette l’utente di fronte a un film: essa è sempre basata su un motore grafico 3D. Anche quando si vive un’esperienza immersiva all’interno di una simulazione medica, non va dimenticato che tale immersione è consentita proprio dal motore grafico in esecuzione. Questo è impressionante e dimostra come la stessa realtà virtuale sarà sempre ancorata al mercato videoludico.
A primo impatto, queste parole potrebbero risuonare come un’antitesi a quanto sottolineato in precedenza dallo stesso Iribe. Difatti, solo qualche settimana fa il CEO di Oculus VR aveva ribadito la necessità della realtà virtuale di aprirsi a nuovi orizzonti per scopi educativi. In realtà , in quell’occasione Iribe non aveva fatto altro che invitare la VR ad aprire gli occhi e a non fossilizzarsi solo sull’aspetto videoludico offerto dai suoi dispositivi. Ciò non toglie però che è proprio quell’aspetto videoludico a muovere l’esperienza virtuale, di qualunque tipo essa sia. E questo Brendan Iribe lo sa bene.