Una dozzina di coppie, da poco sposi nello storico municipio New York City Hall, hanno deciso di concedersi il lusso di una luna di miele alle Hawaii, tramite un’agenzia viaggi bizzarra ma che sta andando molto di moda. Dopo le nozze, infatti, gli innamorati hanno deciso di indossare i nostri carissimi visori su velo e smoking e lasciare Manhattan per un paio di minuti, grazie alla fantasia e all’aiuto di Oculus Rift. Un bel modo per tagliare i costi di un matrimonio, oserei dire! La scelta dei vari coniugi è, ad ogni modo, l’ennesima dimostrazione di come il turismo virtuale sia un’esperienza interessante da provare, scoprire, valutare e sulla quale si dovrebbe investire almeno tanto quanto si investe (nel mondo) sul turismo normale. Si tratta, del resto, di una possibilità ventilata dallo stesso Palmer Luckey.
La sorpresa, offerta dalla catena Marriott con il suo “Teleporter” (del quale vi avevamo già parlato), si concretizza in un tour virtuale sviluppato dalla stessa catena alberghiera in stretta collaborazione con Framestore, la società di effetti visivi che ha già vinto un Oscar per il film Gravity.
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L’esperta di moda e lifestyle Louise Roe entusiasta:
Ho avuto la possibilità di provare il Teleporter, in un minuto mi sono ritrovata da sola sulla spiaggia di Maui, tra gli spruzzi delle onde dell’oceano e la brezza nei capelli. Il minuto successivo, ho tolto la cuffia e sono tornata alla realtà. Sembrava davvero che fossi in spiaggia e non ho nemmeno sentito nausea.
Le due cabine Teleporter saranno in tour per altre otto città dopo New York, tra le quali Washington, Atlanta, San Francisco. Tra i vari viaggi proposti da Marriott c’è anche la Tower42 di Londra. Ogni sessione di viaggio inizia dalla riproduzione di una hall veramente esistente dell’Hotel Marriott a Baltimora.
Mike Woods, direttore creativo ed esecutivo di Framestore, ritiene che non ci siano limiti alle attività legate al tursimo e all’industria dell’entertainment, le quali potrebbero beneficiare entrambe dell’interazione con i propri clienti e i turisti tramite questa tecnologia immersiva:
Il prossimo passo è parlare con i grandi clienti e spiegare cosa si può già realizzare e cosa invece no, capire cosa possa andare bene per i loro Brand e cosa, al contrario, non piace. Ci sono tante sfide e tanti ostacoli da affrontare, per le riprese si sta sperimentando l’acquisizione di immagini 3D a 360 gradi e di video live action che vengono poi mixati col CGI per rendere più realistica l’esperienza.
Ian Clearly, Vice Presidente di Relevent, agenzia di marketing esperienziale che ha lavorato con Marriott per sviluppare il progetto, ci lascia capire come ci sia una ragione dietro la rappresentazione della spiaggia di Maui vuota: senza grossi budget, infatti, è parecchio difficile riprodurre gli esseri umani in modo realistico, per questo è giusto sostenere tali iniziative che integrano turismo e ricerca.