Proprio di recente si è concluso uno degli affari informatici più discussi nell’ultimo anno: stiamo parlando dell’acquisizione di Oculus VR da parte di Facebook.
Se c’è una cosa che in molti, a seguito di questa acquisizione, si sono chiesti è “perché?” Perché Zuckerberg si è interessato a questo progetto e l’ha acquistato per la modica cifra di 2 miliardi di dollari?
Lo stesso CEO di Facebook ci fornisce la risposta a questa domanda:  “Siamo stati per lo più una società che si è basata su diverse basi mobili altre persone hanno costruito. Una delle cose a cui tengo molto per la società e che nell’arco di 10 anni l’approccio alle nuove piattaforme informatiche sia diverso. Noi (tramite il progetto Oculus, ndr) possiamo contribuire a definire quella che sarà la prossima generazione di computer. Siamo quindi molto contenti di accogliere questa squadra (Oculus VR, ndr). Hanno molto talento e hanno tirato fuori una cosa che se ne parlava da parecchio tempo e ora grazie alla loro tecnologia è possibile.”
In un certo senso Zuckerberg sta prendendo il posto di quello che un tempo era Steve Jobs: un visionario che vedeva più lontano degli altri. Il caso dell’Oculus infatti ricorda molto di quando la Apple visionò il progetto dell’interfaccia grafica sviluppata da Xerox, può rifatta da zero nei propri laboratori.
Zuckerberg sa che quello che sta facendo è una scommessa anche abbastanza rischiosa ma ne è consapevole e si rivolge così ai propri investitori: “Si aspettano da noi che continuiamo ad investire e di conseguenza i nostri costi aumenteranno ma ci sono grosse opportunità di costruire la prossima generazione di piattaforme informatiche.”
Zuckerberg ha anche accennato ad investimenti su altri campi che affiancheranno l’Oculus come la realtà aumentata, tecnologie di visione ed intelligenze artificiali.
Ovviamente noi di ORI speriamo vivamente che Zuckerberg mantenga la parola e investa su questa tecnologia che, nonostante sia in una fase primordiale, permette di fare cose che fino a qualche anno fa sognavamo.
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