Se avete seguito il nostro blog nell’ultima settimana non vi sarà passata inosservata la foto di Shigeru Miyamoto  mentre provava il visore Oculus Rift durante l’E3 di Los Angeles. Al curioso quanto inaspettato evento non era seguita alcuna dichiarazione da parte del game designer in merito a quale interesse potesse avere Nintendo con questo tipo di tecnologia, né se fosse nei suoi piani usarla in qualche futuro titolo o progetto. Le intenzioni della compagnia sono state però rese note questa settimana in un’intervista rilasciata da Miyamoto sulle celebri pagine del Time. Da quanto si può desumere dalle sue parole, usare la VR è nelle intenzioni della compagnia e l’obiettivo è sfruttarla già a partire con l`ultima console Nintendo, la Wii U.
Riportiamo un passaggio importante dell’intervista:
Come game designer alla Nintendo siamo interessati alla realtà virtuale e a come poterla usare, ma nello stesso tempo quello che stiamo provando a fare con la Wii U è creare giochi che tutti possano giocare in salotto. Vogliamo che la Wii U diventi una piattaforma che porti i videogiochi in salotto… come ho cercato di spiegare, vogliamo che sia divertente non solo per la persona che gioca ma anche per le persone che stanno guardando“.
Generalmente quando si pensa a qualcuno che gioca con la realtà virtuale l’immagine che viene in mente e quella di una persona che indossa un paio di occhiali e gioca da sola in uno spazio dedicato se non addirittura in una stanza separata. Praticamente l’esatto opposto di quello che sta cercando di fare Nintendo con la Wii U!
Anche la stessa Sony, conscia di questi rischi ha deciso di introdurre alcune applicazioni per 2 giocatori all’interno delle tech demo mostrate durante l’E3. L’idea di fondo è permettere anche a chi non sta giocando direttamente con il visore (nel caso di Sony il Project Morpheus) di poter condividere l’esperienza utilizzando lo schermo della TV o della PS Vita, creando esperienze da poter vivere in condivisione.
Vista dalla prospettiva di Nintendo l’idea di fondo è di poter utilizzare la tecnologia per creare giochi ed esperienze che possano essere una sorta di attrattiva per tutta la famiglia, qualcosa che si avvicini maggiormente ad un titolo da giocare insieme che a un gioco da giocare da soli. È probabile che nel breve periodo Nintendo non si lancerà  in progetti legati alla VR, aspettando magari l’uscita dei primi dispositivi commerciali sul mercato.
L’esperienza del 1995 con il Virtual Boy e con il suo scarso successo ha imposto una strategia verso l’uso delle nuove tecnologie più cauta e ragionata. Non mancheremo di darvi futuri aggiornamenti!