Direi che possiamo definire le ultime settimane come il periodo delle grandi dichiarazioni sulla realtà virtuale. Della serie “bene o male poco importa, purché se ne parli”. Già, perché alle parole al miele pronunciate qualche giorno fa da quelli di Avalanche Studios nei confronti di Project Morpheus fanno eco oggi le considerazioni non altrettanto amorevoli esternate su Oculus Rift niente di meno che da Strauss Zelnick. Difatti, pur riconoscendo il grande potenziale del prodotto suggeritogli dall’entusiasmo di tutti gli sviluppatori che hanno potuto testarlo, il CEO di Take-Two Interactive ha definito il gioiellino di Oculus VR “una tecnologia anti-sociale“, semplicemente perché l’immersione nella realtà virtuale comporta l’alienamento dal mondo reale durante l’esperienza di gioco. Per tale ragione, Zelnick ritiene che il visore di Luckey & Co. finirà per contrastare l’abitudine di molti videogiocatori di passare le ore davanti alla console in compagnia dei propri amici poiché, una volta indossato il dispositivo e calati nel mondo VR, essi si ritroveranno a giocare da soli. Inoltre, secondo il responsabile della produzione e della distribuzione tra gli altri di celebri saghe come Red Dead Redemption e Grand Theft Auto, questa conseguenza sarà particolarmente apprezzata dagli hardcore gamer, ai quali di sicuro non importerà isolarsi ancora di più dalla realtà circostante. Ciononostante, Zelnick ha comunque garantito il sostegno di Take-Two nei confronti di Oculus Rift in quanto sarà comunque indispensabile per far rendere al meglio i prossimi titoli che verranno lanciati sul mercato.