ZeniMax accusa John Carmack di furto

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“Mo’ money, mo’ problems”. Più soldi, più problemi, come direbbero i rapper americani. Ed era solo questione di tempo che, con il successo, arrivassero anche le prime controversie legate a Oculus Rift. L’anno scorso John Carmack, il creatore di Doom, ha lasciato la sua compagnia id Software per andare a lavorare in Oculus VR. ZeniMax, compagnia sotto la quale risiede id, al momento minaccia di azioni legali contro Carmack, suo ex-impiegato. Il motivo? Carmack avrebbe preso della tecnologia realizzata quando ancora era in id e l’avrebbe usata per sviluppare e potenziare Oculus Rift, A quanto pare, ci sarebbe già stato uno scambio di lettere di fuoco tra gli avvocati di ZeniMax e Oculus, come riportato dal The Wall Street Journal. Vi riportiamo di seguito un estratto.

“Solo attraverso gli sforzi congiunti di Mr. Carmack, che ha usato tecnologia sviluppata per molti anni dentro ZeniMax, e posseduta da quest’ultima Mr. Luckey ha potuto trasformare il suo sogno nato in un garage in una realtà funzionante”, scrivono gli avvocati di ZeniMax a Oculus VR e Facebook, che ha recentemente acquistato la compagnia creata da Luckey.

La risposta degli avvocati di Oculus è stata invece: “Sfortunatamente, quando avvengono questo tipo di transazioni le persone saltano fuori dal nulla con proclami assurdi. Intendiamo difendere vigorosamente Oculus e i suoi investitori, fino alla fine”.

Riportiamo di seguito anche la dichiarazione ufficiale rilasciata da ZeniMax al popolare magazine online di tecnologia Engadget, tradotta qui per voi:

“ZeniMax conferma di aver recentemente spedito un avviso formale dei suoi diritti legali a Oculus, riguardo il passaggio di tecnologia chiave usata da Oculus per sviluppare e portare sul mercato Oculus Rift. La tecnologia di ZeniMax non può essere data in licenza, trasferita o venduta senza il permesso di ZeniMax Media. I diritti delle proprietà intellettuali di ZeniMax sorgono a causa di un ampio lavoro di ricerca e sviluppo in ambito VR, svolto per numerosi anni da John Carmack in qualità di impiegato di ZeniMax. ZeniMax ha fornito la tecnologia VR necessaria e altro supporto di valore a Palmer Luckey e ad altri impiegati di Oculus nel 2012 e nel 2013 per rendere Oculus Rift un prodotto VR commerciabile, superiore alle altre offerte del mercato.

La tecnologia proprietaria e il know-how che Mr. Carmack ha sviluppato quando era un impiegato ZeniMax, e usato da Oculus, appartengono a ZeniMax. Molto prima che la transazione di Facebook fosse annunciata, Mr. Luckey aveva accettato di scrivere il possesso legale di ZeniMax di questa proprietà intellettuale. E’ stato poi stipulato che Mr. Luckey non divulgasse questa tecnologia a terze persone senza approvazione. Oculus ha usato e sfruttato la tecnologia di ZeniMax e la proprietà intellettuale senza autorizzazione, compenso o credito a ZeniMax. ZeniMax e Oculus hanno già tentato di raggiungere un accordo, dove ZeniMax sarebbe avrebbe ricevuto come compenso per la sua proprietà intellettuale metà delle quote di Oculus ma le parti non sono riuscite a raggiungere una risoluzione soddisfacente. ZeniMax crede che sia necessario affrontare questi problemi adesso e prendere le azioni necessarie per proteggere i suoi interessi”.

La questione è decisamente spinosa, ma soprattutto un sospetto si fa legittimo: perché ZeniMax si fa avanti solo dopo che la compagnia è riuscita a attrarre l’enorme investimento da parte di Facebook? Sembra quasi che anche ZeniMax voglia rivendicare la sua fetta di torta. Una torta decisamente invitante, se è vero che la realtà virtuale è il futuro del videogioco. Dal canto suo, John Carmack si difende giustamente sul suo Twitter, affermando “Nessun lavoro che ho mai fatto è stato brevettato. Zenimax possiede il codice che ho scritto, ma non possiedono la VR.”. Quel che è certo, è che siamo di fronte all’inizio di una grande battaglia. Vi terremo aggiornati con tutti i successivi sviluppi.

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