Non ci servono Cyborg per almeno 100 anni ancora

Paul Werbos, è un program manager presso la National Science Foundation, ma sopratutto uno dei neuroscienziati più rinomati del momento. Abbiamo già parlato di uomini Cyborg, come Tim Cannon, e di strumentazioni tecnologiche di misurazione e intrattenimento che tendono a meccanizzare in modo sempre più evidente il corpo umano.  

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Werbos sostiene che prima di sviluppare questo genere di innovazioni, è necessario focalizzare la ricerca sullo studio del cervello umano. Secondo il neuroscienziato, è di vitale importanza conoscere innanzitutto il funzionamento del cervello umano, prima ancora di assecondare lo sviluppo di hardware cibernetici. 

Altrimenti andremo in contro a conseguenze disastrose. “Tempo fa, l’eroina è stata un grande passo avanti, ma la verità è che ha inaugurato una nuova era con la quale stiamo ancora facendo i conti… Sono in atto un sacco di sforzi per manipolare e controllare il cervello senza prima capirlo… Questi sforzi, a mio avviso, sono più vicini all’eroina. Sono molto pericolosi.”

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Queste sono state le parole di Werbos all’ultimo convegno State Of The Future 2012 – 2014. Giocare con la tecnologia prematuramente è un’arma a doppio taglio, e per di più applicarla a un organo umano ancora poco conosciuto, comporterebbe una quantità inimmaginabile di difficoltà. A questo proposito negli Stati uniti, Obama ha finanziato un progetto denominato BRAIN.

L’iniziativa americana avrà come obiettivo quello di mappare il funzionamento di tutto il cervello umano, neurone per neurone, nell’arco di 10 anni. Questa ricerca comporterà notevoli risvolti nella cura e prevenzioni di alcune malattie importanti come Alzheimer e Parkinson.

Solo allora saremo in grado di applicare la tecnologia allo sviluppo di tecniche transumane. La controversia bioetica su questo argomento è ancora molto accesa e attuale.

Spesso organi nazionali e aziendali, si preoccupano più degli introiti che otterrebbero nell’anticipare una ricerca tecnologica del genere, piuttosto che tenere conto delle conseguenze negative che ne scaturiscono.

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Usando le parole di Werbos: “Come possiamo tenere sotto controllo questi pericoli, se non facciamo pieno uso della nostra coscienza? Dobbiamo lavorarci e comprendere meglio noi stessi“. Meglio occuparsi di una cosa alla volta, rispettando l’ordine corretto delle cose. Questa storia mi ricorda qualcosa, una minaccia simile e molto familiare.. Skynet!? 

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