Anni fa, il creatore della leggendaria serie Final Fantasy, aveva un sogno: inventare un film dove non c”era bisogno di attori. Un film virtuale, insomma. Questa chimera aveva il nome di The Spirits Within e, nonostante la bellezza della sua CG, si rivelò un vero disastro ai botteghini. Qualche anno più tardi, Square Enix ci riprovò con Final Fantasy VII Advent Children, seguito animato di Final Fantasy VII.
L”animazione orientale, a differenza di quella occidentale, non ha ancora abbracciato in pieno l”animazione in CGI, troppo legati forse alla propria millenaria tradizione in merito all”arte figurativa. Capitan Harlock 3D riesce invece a operare una straordinaria sintesi tra il tratto del suo creatore, il maestro Leiji Matsumoto, e le più avanzate tecnologie nel campo dell”animazione. Il film, nelle sale in questi giorni, racconta e celebra il sempre affascinante mito del pirata spaziale, che solca l”universo per proteggere i deboli e riparare le ingiustizie.
Il nuovo Capitan Harlock è, detta in breve, un vero e proprio spettacolo per gli occhi, ancor più se visto in 3D stereoscopico. Il livello qualitativo raggiunto dalle battaglie spaziali si avvicina tranquillamente a quello di online casino film come Star Wars o serie come Battlestar Galactica, coniugate con quel gusto tipicamente orientale per esagerare e violare ogni principio della fisica newtoniana. Il film è interamente costruito per il 3D e la profondità di campo di certe scene riesce in più di un momento a restituire un emozionante senso di vertigine. Una telecamera frenetica porta avanti e indietro lo spettatore, esibendosi in virtuosismi quasi da rollercoaster, legittimati però da un”estetica sempre elegante e di classe, malinconica e impenetrabile come l”anima del suo eroe.
Il mondo su carta di Leiji Matsumoto prende vita in meravigliose architetture a metà tra il vittoriano e il cyberpunk più decadente, e lo stile anime permette di osare molto di più di quanto sarebbe possibile in una normale produzione hollywoodiana. Un dettaglio da non trascurare sono i personaggi, i loro costumi e i loro volti. Statici, per lo spettatore disattento, ma in realtà fedelissimi ai disegni originali di Leiji Matsumoto, che immaginava i suoi eroi diafani e inflessibili, quasi come una scultura del Canova.
In mezzo a una messinscena così sontuosa, quello che si è andato perduto è purtroppo il gusto del racconto e del dialogo. La storia pesca qua e là tanto dalla serie animata principale tanto dai film già usciti, proponendosi come una sorta di bignami di Harlock. Molte delle scene sono cucite tra di loro per non lasciare mai un attimo di respiro allo spettatore, che termina la visione iperstimolato a livello visivo, ma con poche curiosità soddisfatte riguardo al mondo appena esplorato.
Non ci troviamo comunque d”accordo con una delle critiche più frequentemente rivolte al film, reo di aver nascosto un po” troppo il personaggio di Harlock. Al contrario, quello che ne esce secondo noi è il ritratto di un eroe che si fa icona, che ha bisogno di nascondersi nella sua tenebrosa torre d”avorio per identificarsi e diventare tutt”uno con l”ideale che propugna. Capitan Harlock 3D è consigliassimo a tutti gli appassionati dell”opera originale, ma anche a tutti coloro che vogliono godersi un”esperienza di visione meravigliosamente aliena, come difficilmente il cinema mainstream è in grado di offrire, e per vedere a quale livello possono spingersi le nuove frontiere del cinema virtuale.