Avatar è la nostra rappresentazione virtuale, l’immagine attraverso la quale vogliamo farci conoscere online, è il nostro alter ego nell’universo di gioco, ma è anche un mondo magico, popolato da creature fantastiche, intimamente legate alla natura. Esatto: stiamo parlando del capolavoro fantascientifico di James Cameron che nel 2009 ha letteralmente incantato il mondo. In questi giorni di festa, Oculus Rift Italia vuole rispolverare per voi questo grande cult, che ancora oggi ispira sia cinema e videogioco, mondi tanto diversi ma paralleli. E lo fa con il suo particolare punto di vista, focalizzato sulla realtà virtuale, quel fantastico universo che oggi più che mai continua a farci sognare.

Un mondo fluttuante, ad oltre 4 anni luce dalla Terra

Popolata da creature profondamente connesse alla natura, i Na‘vi ( o Omaticaya), Pandora dista oltre 4 anni luce dalla Terra, ed è immersa nel sistema stellare Alfa Centauri. Si tratta di un mondo incontaminato, legato alla natura da radici profonde e incancellabili, attraverso veri e propri collegamenti chimici o neurali. Le radici di ogni albero, unite alle estremità di ogni creatura del pianeta, funzionano come sinapsi, legando ogni organismo vivente in un profondo rapporto empatico con l’ambiente che lo circonda. Il pianeta si sviluppa orizzontalmente e verticalmente, attraverso i Monti Alleluja, vere e proprie montagne fluttuanti.

Territori inesplorati e profondamente selvaggi, fino a quando, nel 2154, la RDA, compagnia interplanetare terrestre capitanata dall’imprenditore senza scrupoli Parker Selfridge decide di sfruttare i ricchi giacimenti minerari del pianeta, occupandolo. Dietro l’invasione, la necessità di sfruttare l’unobtanium, cristallo ferroso dalle fortissime capacità conduttive, indispensabile per rispondere alla domanda energetica terrestre. I Na’vi si batteranno con tutte le forze per impedire la distruzione del proprio habitat naturale, e fronteggiare la squadra militare guidata dal colonnello Miles Quaritch, trovando alleati fedeli tra gli stessi uomini, proiettati nel loro mondo attraverso i propri alter ego virtuali.

Corpi ibridi tra gli Omaticaya e gli umani, gli Avatar sono necessari ai missionari per sopravvivere all’atmosfera altamente rarefatta di Pandora, e, non meno importante, per essere accettati dagli abitanti locali. Ogni avatar prende vita da un organismo reale soltanto, essendo creato geneticamente dal corpo umano. Essendo privo di coscienza, è l’uomo che lo abita ad attribuirgli la propria memoria, personalità, e volontà: attraverso un’interfaccia mentale, questi gli trasferisce la propria coscienza, e lo controlla virtualmente. Il tutto avviene all’interno di una speciale capsula tecnologica, che collega i due corpi attraverso una sorta di coma indotto.

Due corpi, una mente

Questa è la giusta caratterizzazione di un Avatar. Chi lo controlla, vi proietta la propria personalità, ma allo stesso tempo, trovandosi in un ambiente altro, è portato a comformarsi ad esso, comportandosi secondo le regole del gioco e, soprattutto, provando empatia per il proprio sé virtuale. Questo sarà il destino di Jake Sullivan, entrato nell’operazione per prendere il posto del fratello gemello deceduto poco prima dell’inizio della missione: solamente Jake, gemello monozigote di Tommy, può comandare l’Avatar, e prendere il suo posto nel mondo di Pandora.

Una semplice missione, che porterà l’uomo a scoprire letteralmente un nuovo mondo, e a guardare il proprio con occhi diversi. Durante una spedizione, Jake verrà attaccato dai Viperwolf, ferocissimi predatori, e viene salvato da Neytiri, indigena Omaticaya della quale si innamora, che lo porta a conoscere l’universo di Pandora e le sue leggi naturali. Trascorso molto tempo con gli abitanti locali, l’esploratore inizierà a comprendere appieno gli usi e i costumi dei Na’vy, essendo a sua volta accettato in società e nominato Guerriero. La nuova recluta sarà presto messa alla prova, nello scontro con il colonnello Quaritich, che dichiarerà guerra agli indigeni e invaderà Pandora. Messo in salvo il pianeta, la missione di Jake insieme alla dottoressa Grace Augustine è conclusa e l’uomo può tornare a casa; ma l’unione con gli Omaticaya è divenuta troppo forte: Jake decide di cambiare vita. Sotto l’albero sacro di Eywa, l’uomo viene iniziato in una cerimonia sacra irreversibile, per lasciare il proprio corpo umano, trasferendosi definitivamente nel suo Avatar.

Se il cult di James Cameron riesce a riprodurre concretamente la differenza tra reale e virtuale, e le loro intrusioni reciproche, quello che ci fa affascina di questa pellicola e che ci fa pensare ancora di più ai dispositivi di realtà virtuale (primo tra tutti Oculus Rift) è la sua particolare visione culturale. L’intuizione di poter esplorare nuovi mondi? Non è solamente questo. Avatar mette in scena un futuro in cui per poter comprendere gli usi e i costumi di popoli diversi è necessario collegarsi a questi virtualmente. Comprenderli, studiarli, e poi simularli. Con l’esplosione di progetti legati all’apprendimento attraverso la realtà virtuale, questo futuro è arrivato, e si chiama Oculus Rift.