Oculus goes to college: strategia di marketing o applicazione pedagogica?

oculus rift universitàOculus Rift sta diventando un prodotto di forte attrattiva verso il pubblico, curioso di poter vivere una esperienza di realtà virtuale; è sempre più probabile trovare, nelle fiere di settore, stand in cui è data a tutti la possibilità di provare questo nuovo dispositivo. Rimane tuttavia riduttivo definirlo un device ludico, perché le potenzialità del Rift vanno ben oltre e di questo ve ne abbiamo parlato spesso in numerosi post dedicati al rapporto tra Oculur Rif e il mondo della cultura.
E’ di pochi giorni fa la notizia, pubblicata da Arch Virtual sul proprio sito, che il Rift è stato portato in un contesto universitario, più precisamente nell’Autodesk University di Los Angeles. Il motivo? Alcune aziende lo ritengono un dispositivo ideale per mostrare agli studenti l’utilizzo dei loro prodotti: è importante infatti avere la possibilità di mostrare il funzionamento di alcuni strumenti, come solo Oculus Rift può fare, con l’obiettivo di metterne in risalto le caratteristiche migliori.

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Grazie al Rift è stato possibile mettere lo spettatore di fronte al prodotto e farlo interagire con esso, così da poter provare in prima persona le caratteristiche tecniche. Le possibilità di applicazione della realtà virtuale spazia in tantissimi settori, da quello sanitario a quello militare o architettonico; decisamente non c’è limite di applicazione! Aver portato una simile realtà all’interno di una università non è solo una strategia di marketing delle aziende, vuol dire aver trovato terreno fertile per coltivare una nuova frontiera tecnologica da utilizzare per scopi pedagogici. Ciò significa poter vedere, un giorno, il Rift usato per “diffondere” cultura, poter fare una lezione di storia dell’arte eliminando le piatte diapositive.
E per i meno deboli di stomaco, cosa ne pensereste di ipotetici viaggi nel corpo umano durante una lezione di anatomia?