Fin dagli albori dell’industria del videogioco ci sono sempre state battaglie e lotte su ogni versate: che siano tra protagonisti di serie importanti o direttamente tra i team. Negli ultimi anni si è aggiunta anche quella tra i cosìdetti titoli TriplaA e quelli indipendenti. Per quanto ci riguarda, e per quel che concerne Oculus Rift, la presentazione di No Man’s Sky agli appena conclusi Videogames Awards (VGA), è stata quella più curiosa. Subito indicato come la “indie version” del colosso Star Citizen, No Man’s Sky si è fatto notare per il suo voler essere non una semplice simulazione spaziale ma addirittura come simulazione universale.
Questa volta Hello Games ha deciso di dedicarsi ad un tema diverso da quello per cui è diventato un famoso indie team: la serie Joe Danger ha lanciato la giovane software house all’interno dell’industria videoludica e il titolo ha riscosso un bel successo di pubblico in quanto divertente e per certi versi anche innovativo per stile e personaggi.
No Man’s Sky era in realtà un titolo di cui già si chiacchierava nell’ambiente: è un titolo fatto di esplorazione ad ambientazione fantascientifica che consente ai giocatori di visitare in totale autonomia i diversi pianeti e luoghi a bordo dei vari mezzi disponibili. Il tutto si svolge all’interno di un universo persistente, in cui i mondi sono creati in maniera procedurale e dotati di propri ecosistemi e funzionamenti ecologici, con elementi MMO.
A detta di Sean Murray, Managing Director di Hello Games “[in No Man’s Sky] se, in cielo, vedete delle stelle queste sono delle vere stelle, con i propri pianeti intorno e saranno da voi raggiungibili.”. Ciò vuol dire che i giocatori potranno esplorare ogni angolo del mondi gioco in maniera quasi totale: a piedi, sulla terra o sott’acqua che sia, per poi tornare sulla propria navicella e partire verso una nuova meta nella galassia accanto. Non pensate però che sia solo questo e che i pianeti siano li buoni buoni ad aspettare la nostra venuta, l’universo non è un posto tutto rose e fiori ma ostile. Ogni pianeta avrà la propria flora e la propria fauna che magari potrebbe essere addirittura interessata a interagire non in maniera gentile con noi. Anche il navigare in una fascia di asteroidi potrà costringerci farci strada a suon di proiettili. Insomma, un titolo che promette molto molto bene.
Vi starete chiedendo, e Oculus Rift? Dai tweet di Hello Games e dal solo fatto che esplicitamente voglia fare concorrenza a Star Citizen, è chiaro che il team stia pensando (e a mio parere anche lavorando) ad un supporto per il visore di Luckey a No Man’s Sky. Stiamo solo aspettando l’ufficialità . Intanto godiamoci il trailer.
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