Sono davvero troppi gli anni in cui si cerca di modernizzare la cultura e di avvicinarla il più possibile ad un numero sempre crescente di persone. La situazione museale italiana non è così tragica come può sembrare, perché, al fianco di una infinità di piccole sedi, palazzi storici e Musei della “Storia della Ciabatta” di cui l’Italia è stracolma, ci sono delle realtà dedicate all’arte moderna e contemporanea che tentano di dare una scossa alla gelida e poco lungimirante mentalità della critica e curatela scientifica del nostro paese. Esempi come il MART e il MADRE sono sicuramente tra quelli che prendono i maggiori rischi da questo punto di vista. Ma noi siamo un paese “diesel” e prima di arrivare ad una vera innovazione dal punto di vista di fruibilità dei nostri musei, che spesso peccano addirittura di ingressi per disabili, negli altri paesi del mondo si stanno creando software per permettere a tutti i cittadini del mondo di visitare le sedi espositive utilizzando la realtà virtuale, ricreando l’intero museo e il suo allestimento.
Mi riferisco allo Smithsonian X 3D. Smithsonian X 3D è una applicazione relativa all’acquisizione in 3D delle opere presenti in collezioni museali a scopo scientifico. Un po’ come abbiamo visto con ArcheoVirtual la scorsa settimana, questa tecnologia trasformerà le funzioni base del museo e il lavoro dei ricercatori, oltre che dei visitatori. L’idea è quella di creare una vera e propria ricostruzione in realtà virtuale dei musei affiliati allo Smithsonian Institution di Washington DC, fornendo anche a curatori ed educatori un ruolo fondamentale nella trasmissione delle conoscenze ad esperti e allievi. Fino ad ora sono stati digitalizzati, grazie allo Smithsonian X 3D circa il 10% delle collezioni e per far fronte a questa enorme sfida tecnologica e culturale, con Smithsonian X 3D di sta portando avanti anche un lavoro di fotografia digitale in 3D per accelerare la cattura delle collezioni nel nuvo museo virtuale.
Questo recentissimo esempio porta a farsi davvero tanti interrogativi sul modo in cui nel 2013, ormai quasi del tutto trascorso, le mostre sono tutt’oggi fruite: si riducono spesso a semplici passeggiate in quadrerie, mentre un museo dovrebbe essere un luogo interattivo dove poter, ad esempio, avvicinarsi alle opere con Oculus Rift, per guardarle davvero da vicino e poterle studiare in maniera più completa e totale. Inoltre, dare la possibilità a tutti di effettuare un virtual tour con un visore per la realtà virtuale, vuol dire anche offrire un nuovo modo per visitare le esposizioni. In un mondo in cui internet e il web occupano il 70% delle nostre attività , siano esse lavorative o di puro svago, è tempo che anche la cultura e l’arte inizino a fare sul serio.
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