Sesso nei videogiochi: prima di Wicked Paradise

Vi abbiamo già presentato Wicked Paradise, con un’intervista a Jeroen Van Der Bosch: il videogioco che ha mandato in confusione molti organi di stampa generalista (come Il Messaggero e La Stampa) che, perdendo come spesso accade un’ottima occasione per tenere la bocca chiusa, hanno cominciato a diffondere la notizia della prossima uscita di questo gioco titolando: “Arriva il primo videogame erotico della storia”.

Ma Wicked Paradise  è davvero il primo esempio di sesso nei videogiochi?

Basta essere un semplice appassionato e non uno storico di videogiochi (o anche fare una breve ricerca in rete prima di lanciare una notizia), per sapere che in realtà il medium videoludico non è nuovo ad esplorazioni della sfera sessuale: da Softporn Adventure, passando per tutta una serie sconfinata di eroge Giapponesi più o meno sconosciuti, fino a titoli più recenti come Mass Effect e The Witcher 2, i videogiochi hanno presentato contenuti sessuali in diverse occasioni. Lo svarione si spiega facilmente: una semplice errata interpretazione della fonte originale della notizia, che citava Wicked Paradise come il primo videogioco di realtà virtuale erotico. In altre parole, il primo per Oculus Rift.

Una tematica, quella dell’Eros, ben presente dunque nel medium (benché in misura minore alla sua controparte violenta, il Thanatos), tanto da essersi meritata una trattazione approfondita in un libro dedicato al sesso nei videogiochi di Brenda Braithwaite, game designer anche nota per essere moglie del più famoso John Romero, e diverse classifiche online che tentano di stabilire quali siano le scene erotiche meglio riuscite della storia del medium. A seguire, un video d’esempio, ovviamente NSFW:

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Vogliamo dunque cimentarci anche noi nella stesura di una classifica. Ciò che vogliamo elencare (rigorosamente in ordine cronologico) sono, però, non le scene più erotiche o eccitanti, ma i 9 giochi prima di Wicked Paradise che più di altri hanno segnato una svolta nell’evoluzione del medium per quanto riguarda il sesso nei videogiochi: giochi che hanno trattato la tematica in maniera innovativa, aiutando a far maturare il videogioco, o che hanno fatto notizia nel bene e nel male, favorendo la rottura del tabù. Una selezione di certo non facile e vittima comunque di un certo grado di arbitrarietà (come tutte le classifiche), ma che speriamo riesca nell’intento di segnare le tappe fondamentali nella storia del sesso nei videogiochi.

Custer’s Revenge (1982)

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La prima resa grafica di una scena di sesso nei videogiochi corrisponde ad una scena di stupro. Questo controverso gioco, caratterizzato da un innegabile cattivo gusto, causò numerose polemiche e proteste alla sua uscita, rendendo il sesso nei videogiochi una questione di pubblico interesse.

Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizards (1987)

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Sesso e risate si uniscono in questa avventura grafica della Sierra On-Line, caratterizzata da gag legate alla sfera sessuale. Il sesso nei videogiochi diventò con Larry un argomento leggero, su cui si può ridere e scherzare. Ma tra una battuta e un siparietto, questo gioco presentava anche tematiche serie, seppur mascherate da espedienti comici. Tematiche quali l’ansia di castrazione e i pericoli legati al sesso non protetto (provate a fare sesso con la prostituta senza usare il preservativo, o a chiederle del sesso orale!), ma anche l’importanza del sesso non come meta da raggiungere, bensì come percorso personale da vivere.

Gal’s Panic! (1990)

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Primo titolo di una lunga serie di seguiti e cloni, questo gioco arcade portò per la prima volta l’erotismo nelle sale giochi di tutto il mondo. Il videogioco erotico venne così sdoganato, smettendo di essere un piccolo, sporco segreto da custodire sotto il letto, e diventando qualcosa di perfettamente normale, tanto da poter essere giocato in piena vista.

Tomb Raider (1996)

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Nonostante i pochi poligoni del suo corpo, tanto che si può parlare di angoli piuttosto che di curve, Lara Croft si impose come primo vero sex symbol virtuale. Non c’era vergogna, tra gli adolescenti degli anni ’90, ad ammettere che la protagonista di Tomb Raider fosse un’ospite ricorrente delle loro fantasie erotiche.

Silent Hill 2 (2001)

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Il subconscio allucinato di James Sunderland popola la nebbiosa città del gioco con mostri dalle sembianze di infermiere sexy e manichini femminili con due paia di gambe. Le implicazioni psicologiche sono impossibili da riassumere in poche parole, per questo rimando al libro Silent Hill 2. La nebbia e le tenebre. La trattazione delle tematiche sessuali in questo gioco è qualcosa che ha pochi termini di paragone nel panorama videoludico, e dopo più di dieci anni dalla sua uscita Silent Hill 2 rimane uno dei più validi esempi di come il videogioco possa essere usato come veicolo di idee e tematiche anche “scomode”.

 Grand Theft Auto: San Andreas (2004)

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La famigerata Hot Coffee Mod scatenò uno dei più affascinanti esempi di moral panic della storia dei videogiochi. La scoperta di una scena di sesso nascosta bastò a far alzare, in America, il rating del gioco da M (Mature, dai 17 anni in su) a AO (Adult Only, solo per maggiorenni). Il perché un gioco dove si possono commettere i più efferati crimini sia stato classificato solo per adulti solo per la presenza di una scena di sesso interattiva lascia spazio ad ampi dibattiti e continua a riempire i giocatori di beato stupore.

Rule of Rose (2006)

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Altro mirabile esempio di moral panic. Da un articolo di Panorama, fazioso, fuorviante e scritto copiando pezzi di una recensione e incollandoli con una buona dose di fantasia, la notizia che Rule of Rose fosse un gioco terrificante e sacrilego si diffuse in diversi paesi oltre l’Italia. A noi piace invece ricordarlo per essere stato uno dei primi e pochi titoli ad esplorare la sessualità infantile, in modo elegante, raffinato e ricercato.

Catherine (2011)

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Sesso, amore, fedeltà, tradimento, e incubi popolati da mostri con chiare connotazioni erotiche, in questo ibrido tra puzzle game e visual novel che portò una ventata di novità nel mondo dei videogiochi.

The Binding of Isaac (2011)

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Dietro la cartoonesca grafica Flash e il gameplay rougelike riuscitissimo di questo gioco, si celano tematiche quali l’Edipo e il regressus ad uterum. Quando uno dei livelli finali del gioco è proprio l’utero materno, e un “l’assorbente di mamma” diventa un oggetto speciale che allontana i mostri, si può decisamente parlare di svolta nello sviluppo della tematica del sesso nei videogiochi.

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