Riflettendo sulle affermazioni di Brendan Iribe, Chief executive officer di Oculus VR, circa la presenza di Oculus  per i dispositivi Android fin dal day one, sono sorte in me almeno un paio di osservazioni. Â
Osservazione n.1: Quando si parla di “generazioni” in ambito videoludico ci si riferisce solitamente ad un periodo che dura circa 5/7 anni, con una certa flessibilità che dipende sia dalla risposta del mercato alla passata generazione, sia dalle innovazioni tecnologiche che si succedono negli anni. Discorso ben diverso è quello delle generazioni mobile il cui ciclo di vita è sempre stato molto più breve, ultimamente assestatosi intorno ai 12 mesi. Una differenza inconciliabile direi. Ora, tutti sappiamo che sia i videogiochi, sia gli smartphone, sia Oculus Rift appartengono alla più ampia categoria dell’hi-tech, ma le diversità imposte dai ritmi di mercato non sono troppo marcate per sperare in una soluzione così a breve termine come quella paventata da Iribe?
Osservazione n.2: I prodotti dotati di un ciclo di vita così breve come gli smartphone richiedono un effort distributivo sorprendente. Si parla di una distribuzione con cadenza annuale di milioni di unità , ritmi che infatti possono essere sostenuti solo da poche aziende nel mondo. Stabilità che una cosa del genere non coinvolgerebbe direttamente la versione mobile dell’Oculus, come verrebbe gestito l’aggiornamento dei driver per la compatibilità con le diverse versioni del SO Android?
Dell’argomento ne abbiamo parlato approfonditamente qualche settimana fa, sottolineando con convinzione l’importanza di accaparrarsi una fetta del mercato del mobile gaming. Ma questa è una mossa che secondo noi non può essere lasciata al caso, ma va studiata approfonditamente sia dal punto di vista tecnologico che da quello distributivo.
In tal senso è da poco intervenuto sull’argomento John Carmak che durante l’evento organizzato da NVidia con il nome di Gamework ha proprio sottolineato tutti i fattori che è necessario non dimenticare quando si parla di un eventuale relazione tra i dispositivi Android e il visore Oculus Rift, in primis la potenza grafica e la rete distributiva.
Eppure in questi ultimi mesi è proprio questo il tema che Carmack sta sviluppando nel laboratori di Oculus VR. A quando ulteriori chiarimenti? Noi siamo certi che questo matrimonio si farà ma non possiamo nascondere la curiosità in merito alle dinamiche che verranno messe in gioco.