Con Oculus Rift ci stiamo abituando all’esplorazione “spaziale” e alla scoperta di mondi diversi da quelli che viviamo ogni giorno. Ma abbiamo anche imparato che con il Rift è possibile fare ogni tipo di esperienza (o quasi), anche quella più estrema che ci balena nella mente, come quella di fuggire da soli in camper per sfuggire allo stress e alla fatica che la vita ci riserva tutti i giorni. Pensate al film di Sean Penn Into the Wild e pregate che per voi la fine dell’avventura non sia la stessa perché in Solo: A Climbing Adventure affronterete proprio questo, un’avventura solitaria ma stavolta tra le montagne afgane.
Da quando Maxim Antinori è stato introdotto al climbing nel cuore del Joshua Tree National Park, è stato subito amore. La cosa che lo ha maggiormente colpito è stata la difficoltà nel testare la propria resistenza fisica e mentale in ambienti davvero mozzafiato come quelli delle alture. Ricco di queste emozioni, tra le tante domande che affollavano la sua mente, ce ne era una in particolare: quella stessa emozione, può essere replicata in un videogioco? Grazie a Unity 3D e alla forte volontà di Antinori nasce Solo: A Climbing Adventure.
Solo: A Climbing Adventure non è una semplice simulazione di “arrampicata” sportiva, ma ha una storia di fondo davvero niente male. Vestiremo i panni di un giovane archeologo che si lancia in un’avventura nella profondità delle aspre montagne a nord dell’Afghanistan per scoprire un arcano mistero (e qui il pensiero è andato a Lara Croft). Lungo il percorso che affronteremo, non dovremo solo evitare di cadere per evitare la nostra prematura morte, ma faremo i conti anche con un clima ostile, la fauna selvatica e le nostre scorte che continueranno a diminuire col passare del tempo. In rare occasioni incontreremo gli abitanti delle varie località sparse sulle montagne, e guadagnarsi la loro ospitalità farà la differenza tra il successo o il fallimento della missione. Ma, a dispetto del titolo, non saremo del tutto soli. In Solo: A Climbing Adventure saremo in compagnia di un esperto scalatore che 30 anni prima ha tentato la nostra stessa missione, terminata con un fallimento, che ci indicherà la via a distanza, grazie ad una radio e una telecamera. Il costate contatto radio con l’ “amico scalatore” ci guiderà in questa avventura facendoci scoprire i segreti nascosti tra le montagne.
Il Climbing è uno sport davvero complesso, che coinvolge non solo l’equilibrio e la resistenza mentale dell’atleta, ma anche la sua forza. In Solo: A Climbing Adventure però, le meccaniche più dure dell’arrampicata sono semplificate: ad esempio, è stata eliminata completamente l’attrezzatura “di sicurezza” tipica degli scalatori; allo stesso modo, il controllo dei movimenti durante l’arrampicata sono resi il più semplice possibile, pur mantenendo alcuni elementi di base per rendere l’esperienza comunque “realistica”, come la forza della “presa”, la difficoltà nel trovare e raggiungere degli appigli, la capacità di resistenza fisica e la posizione del corpo. Il Gameplay di Solo: A Climbing Adventure comprenderà cicli giorno / notte con modelli meteorologici molto realistici che renderanno l’esperienza ancora più coinvolgente. La nostra ricerca quindi non sarà solo fatica e stress ma avremo a disposizione momenti di riflessione e passeggiate notturne anche al chiaro di luna in un paesaggio sicuramente diverso da quello che siamo abituati a vedere. Man mano che proseguiremo con l’avventura acquisiremo esperienza e la difficoltà delle scalate aumenterà , così come sarà sempre più difficile scovare i “bottini” sparsi per il mondo di gioco.
Avremo a disposizione sia una visuale in terza che in prima persona e  data l’esperienza così intensa e coinvolgente, lo sviluppatore non poteva che integrarla, per la versione first person, con Oculus Rift: saranno i nostri occhi ad esplorare le montagne afgane e le nostre sensazioni e il nostro istinto a portare a termine la missione.
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