Virtual Reality: il film che vorrei

NeveldineTaylorNon esiste un duo di registi folli come Mark Neveldine e Brian Taylor. La loro è una filmografia breve ma segnata da pellicole che hanno sempre saputo shockare pubblico e critica. Cominciare con Crank, e con quel pazzo scatenato di Chev Chelios, significa cominciare col botto. Due pellicole assurde, Crank 1 e Crank 2, piene di personaggi improbabili e azioni surreali condite con un pizzico di sesso e violenza. Il loro è uno stile tanto frenetico da far invidia al più forsennato videoclip musicale dance. Neveldine e Taylor sono il prodotto che meglio rappresenta la cultura pop anni 2000. Cosa accadrebbe se questi due prendessero in mano le redini di un progetto cinematografico sulla realtà virtuale? Niente può essere dato per scontato se si parla di loro, ma siamo certi che ci sarebbe da divertirsi.

gamerNel 2009 hanno dato alla luce un film che, con il loro solito piglio auto ironico, ha ha fatto molto sul futuro del gaming.
In Gamer, un muscoloso Gerard Butler interpreta Kable eroe imbattuto dell’ultraviolento gioco “The Slayer“. Nel futuro ipotizzato da Neveldine e Taylor infatti, il videogioco non sarà più un semplice passatempo “digitale” e giocare significherà controllare i movimenti di una persona reale e deciderne il destino all’interno di un gioco, grazie all’ausilio di un’interfaccia neurale e un microcip. Nel film vengono presentati i due “videogiochi” che nel contesto filmico di Gamer vanno per la maggiore: una versione super-pop di Second Life, dal non equivocabile titolo Society, e per l’appunto Slayer. Due giochi fittizi che, a discapito di una messa in scena estrema fino al ridicolo, vanno a indagare con dissacrante ironia quegli ambiti che, nel corso degli anni, hanno attirato maggiori interessi e maggiori critiche su tutto il mondo dei videogame e della realtà simulata: le relazioni umane, il sesso e la violenza.

societyGamer è capace di condensare in un’unica e potente miscela tutti gli aspetti del virtual-gaming, positivi e negativi, folli e iperazionali, andando a dipingere i contorni di una società che viene rappresentata in tutte le sue contraddizioni quasi esclusivamente attraverso il gioco, come se tutto quello che ci fosse da sapere sulla realtà sia comprensibile solo grazie all’atto di giocare. Se giochi, sei reale.

Nel giro degli ultimi anni il mondo del gaming è drasticamente cambiato e la realtà in cui viviamo non condivide ormai più niente con l’ingenuo ottimismo degli anni 80, quello che, per intenderci, ha prodotto classici del genere come Tron e Wargames. Ogni film che abbia affrontato il tema della realtà virtuale lo ha fatto rispecchiando le paure e le speranze del periodo storico in cui è stato concepito; Matrix e la paura della dipendenza dalle macchine causata dal famoso baco alle soglie del 2000 ne sono un esempio più che evidente.

SimoncontrollsKableNel 2014 Oculus Rift comincerà il suo percorso nel mondo della grande distribuzione, da prodotto per gli ingegneri e gli sviluppatori diventerà device a disposizione tutti e andrà a rivestire un ruolo ben preciso nell’immaginario collettivo. Una nuova ondata di film sulla realtà virtuale invaderà i nostri cinema e spero tanto che una di quelle pellicole sarà diretta da Mark Neveldine e Brian Taylor.

 Ora guardate questa clip che introduce i due giochi fittizi Society e Slayer e ammettete che l’idea stuzzica anche voi!

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